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Myuthafoo: il gemello ritrovato di Ecstatic Computation

C’è voluto qualche anno ma finalmente nel 2019 la critica musicale si è accorta di Caterina Barbieri incensandola di lodi per l’album Ecstatic Computation e piazzandola di diritto fra i nomi più importanti dell’elettronica progressive dell’ultimo decennio. E proprio da quel disco riparte anche oggi, quattro anni dopo, con Myuthafoo, in uscita il 16 giugno 2023 per light-years, due lavori considerati gemelli e complementari in quanto concepiti nello stesso periodo ma pubblicati separatamente e a distanza di anni.

Intendiamoci, in questo periodo non è stata di certo con le mani in mano: c’è stato prima Fantas Variations (2021), che proponeva un’interessante serie di remix di Fantas con collaborazioni varie, e poi Spirit Exit (2022), il suo “disco da lockdown”. Ma con questo ritorno al passato, Caterina Barbieri conclude in un certo senso un discorso che sentiva di aver lasciato ancora aperto e lo fa con il suo stile eclettico ed imprevedibile.

Prendiamo, ad esempio, Math Of You: c’è tanto del minimalismo di Ecstatic Computation, sequenze melodiche si ripetono e si muovono in cerchio, ma improvvisamente si dissolvono in modo sfumato e a tratti impercettibile. La title-track spazza via le rincorse ansiogene dei synth del brano precedente e dà vita ad un’atmosfera cinematica, legata estremamente alla dimensione ottica, con immagini che sembrano formarsi man mano che il pezzo traccia suoni più cadenzati e sospesi nel tempo.

Un’alternanza metodica e studiata fra tensioni ritmiche e momenti rilassati che si percepisce di brano in brano, come dimostrano le ultime due tracce. Da una parte, infatti, abbiamo l’incursione nell’electro-pop colto di Sufyosowirl, decisamente il pezzo più ballabile del disco, dall’altra il ritorno alla delicatezza sognante della conclusiva Swirls Of You.

Myuthafoo riprende e allarga ulteriormente il discorso di Ecstatic Computation sia a livello sonoro che concettuale, ma è un disco riuscito anche preso singolarmente. Manca forse il fattore novità riscontrato negli altri album, eppure Caterina Barbieri riesce ancora una volta a fare centro dando per l’ennesima volta prova di riuscire a fare musica complessa ma mai cervellotica.



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