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Il linguaggio sonoro di Michael Hamilton

A Language Forever segna il debutto sulle scene per il compositore di Glasgow Michael Hamilton. Il nuovo album pubblicato il 14 aprile tramite l’etichetta londinese Monotreme Records, è una raccolta di brani elettronici ispirati ai produttori di Bass Music ed Electronica del Regno Unito come  Burial,  Jamie XX,  Asa  e  Sorrow, compagno d’etichetta del nostro.

A Language Forever  è composto da nove tracce nelle quali Hamilton passa con disinvoltura da orchestrazioni sinfoniche ai sintetizzatori retrò, senza dimenticare le chitarre a 8 corde, reminiscenze di un passato da metallaro. Si aggiungono alle nove tracce del disco quattro remix firmati rispettivamente da Ross Cairns, farfromnorth, Ross Somerville e Innblásin

In A Language Forever Hamilton fonde le caratteristiche dei suoi lavori da compositore di colonne sonore a Dubstep, Glitch e IDM dando vita a qualcosa di personale. Queste composizioni vertono su progressioni dal carattere cinematografico, campioni e breakbeat destrutturati. È il caso dell’introduttiva Again and Again con intime melodie, bassi profondi e breakbeat esplosivi, un perfetto equilibrio tra drum and bass e post techno. Subito dopo in Static Apparitions il nostro crea una combinazione intrigante data da un gioco di contrasti dettato da cupi ritmi dubstep e l’uso giocoso degli archi, un interessante momento di oscura euforia influenzato dall’impronta digitale di Burial. La sognante e calda Fingers Crossed torna a mostrare il lato più dinamico e vibrante del disco. Melodie incantevoli attraversate da campioni vocali s’incastrano con morbidi arpeggi di chitarra ricamando un beat in cui regna un climax di profonda quietudine.

Delle nove tracce, Transmatica è quella che riesce a immortalare tutte le sfaccettature dell’album: intense pulsazioni elettroniche e droni ambientali aprono il brano a scintillanti melodie di synth e wobble vorticosi. La seconda parte è accompagnata dalle melodie di un piano che fluttuano tra ritmiche oniriche e archi magniloquenti.

A Language Forever è un buon esordio, una tavolozza colorata, ricca di melodie e pulsazioni.



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