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Jalitah: la Sardegna e il Mediterraneo al centro del mondo

Flashback: è il 2018, il mondo musicale non vive una bella situazione ma non è stato abbattuto dallo tsunami del Covid, non è uscito IRA e Paolo Angeli non ha ancora ricevuto una candidatura ai Grammy. Lui e Iosonouncane sono in tour, presentano uno spettacolo ibrido con la Sardegna, loro regione di provenienza, al centro del mondo, senza lasciare da parte l’eclettismo che ha da sempre contraddistinto i loro lavori solisti.

Ritorniamo ad oggi: sono passati poco più di cinque anni eppure l’industria musicale è stata capovolta, nulla è più come prima ma ci sono ancora dei sottili fili che legano il pre e il post 2020. Uno di questi è Jalitah, in uscita il 9 giugno 2023 per Tanca Records / AnMa Productions, un disco live che racconta proprio quel tour del 2018. Ancora una volta è la geografia, il folklore e il Mediterraneo ad essere fulcro della loro indagine, considerando che Jazirat Jalitah è il nome arabo dell’arcipelago de La Galite, a metà strada fra Sardegna e Tunisia.

Nove brani, 50 minuti abbondanti di musica raccontano l’incontro fra le macchine elettroniche di Iosonouncane e la chitarra ibrida di Angeli, che funge anche da percussione e cordofono. Siamo nei territori di avanguardia pura, è il disco più sperimentale mai concepito da due artisti che non si sono mai tirati indietro nell’esplorare nuovi confini sonori.

Prendiamo Zeidae in apertura: dissonanze abissali, distorsioni oscure, gli echi dolorosi di un violoncello, pulsioni elettroniche improvvise, c’è buona parte di quanto si ascolterà anche nel resto del disco, per quanto declinato in modo diverso.

C’è spazio anche per brani del loro repertorio solista declinati in una nuova forma; così Summer on a spiaggia affollata, tratto da La macarena su Roma, si evolve in una lunga e feroce cavalcata ritmica che preannuncia le incursioni post-industrial di IRA, mentre Andira di Angeli piazza al centro dell’indagine il folklore, risultando il pezzo che più di tutti riesce a mettere insieme le varie sonorità mediterranee. E ancora, Carne, da Die, è una struggente versione acustica arricchita dalle trame tessute da Angeli.

Menzione necessaria e doverosa per il turbinio desertico di Galena, meritevole di applausi a scena aperta, e la conclusiva Nar, una danza sfrenata a metà fra Bacco e il Sahara.

Jalitah è il racconto di un tour in cui dei fortunati spettatori hanno avuto modo di assistere all’incontro di due delle personalità più importanti che abbiamo nell’Italia altra, fatta di rotture di barriere e sconfinamento di limiti sonori. Un incontro riuscito che pone un lecito dubbio: ci sarà un altro tour insieme?



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