Don Zilla, il futuro della musica elettronica
Don Zilla è un produttore e Dj dell’Uganda, resident del collettivo Nyege Nyege e manager dei Boutiq Studios di Kampala. Nel 2019 ha debuttato con l’Ep From the Cave to the World presentandosi al pubblico con un mix di elettronica industriale, bassi poderosi e poliritmi africani.
Il 18 giugno 2021 segna l’uscita del suo primo Lp, Ekizikiza Mubwengula, pubblicato per l’etichetta Hakuna Kulala, un arazzo di suoni cibernetici e irresistibili groove per un album che guarda al futuro della musica elettronica.
Full Moon si apre a suon di doom-step e percussioni africane, sonorità cupe e disorientanti dall’incedere inesorabile, bassi lisergici tali da fondere insieme la world music di Clap Clap con le percussioni allucinanti dei Ninos Du Brasil. Percussioni industriali con un uno snare dritto e affilato come una lama per Automated accompagnate da una linea acida di synth. La parte centrale del brano viene vivacizzata da un break beat drum and bass e da suoni urbani che rendono il tutto allucinogeno.
A seguire le sonorità sinistre di Buziba, ipnotica con il suo mix di dubstep e doombasato su un tappeto di tintinnii e percussioni industriali sul quale Don Zilla va di modulazioni per rendere il brano fluido e sinuoso nonostante il mood ansiogeno.
Moving Space è un intreccio tra percussioni tribali e suoni spaziali tali da mandare l’ascoltatore in orbita. Unatexture ruvida e rumorosa per una traccia abrasiva e dinamica che mette la quarta al disco.
L’ultima delle nove, la conclusiva Ekivuuma, mette insieme unosnare supersonico con campioni di suoni urbani e una mitragliata di percussioni per un brano che mette insieme digitale con strumenti acustici.
Un disco nel quale le percussioni regnano sovrane con Don Zilla che guarda al futuro per riscrivere la storia della musica elettronica. Difficile rimanere immobile con EkizikizaMubwengula, un album progettato per infiammare le piste da ballo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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