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The Perpetual Self Doubt: il nuovo universo di Phiorio

Il percorso musicale di Gianpiero Fiorin, alias Phiorio, è estremamente sfaccettato ma allo stesso tempo decisamente coerente. Avvicinatosi negli anni ’80 a sonorità new wave, gothic rock ed EBM, residente a Londra dagli anni ’90, il suo nome è principalmente legato a lavori “dietro le quinte”: fondatore della Metroline Records, ma anche producer minimal techno. Negli ultimi anni, complice una vena da sperimentatore che non ha mai nascosto in veste di produttore, ha intrapreso un viaggio in prima persona nel mondo dell’elettronica cercando, in primis, di destrutturare i dogmi della musica da clubbing in favore di un approccio più libero. Ed infatti, già con il progetto Spectrograph insieme a Virginia Bones l’idea era quella di contaminare il mondo dell’elettronica con sonorità provenienti dall’industrial e da quel mondo gotico che l’ha da sempre affascinato.

Ma è con The Perpetual Self Doubt, in uscita l’8 dicembre 2023 per Depths Records, che Fiorin dà vita al suo lavoro più ambizioso e stratificato. I nove brani del disco sembrano essere un riassunto dei decenni trascorsi nel mondo della musica e ognuna delle influenze incanalate nella sua vita trova spazio. Il ben noto campo della minimal techno continua a persistere ma ne vengono rovesciati i canoni; paradigmatico, in questo senso, è Storm, che mostra sicuramente un approccio a tratti ballabile e sicuramente minimalista, ma quello che conta principalmente è la dimensione atmosferica, in cui ad emergere non sono tanto i BPM quanto l’evocazione melodica.

Una fascinazione per il dark ambient che trova sfogo nell’intro Doubt, così come l’amore mai nascosto per l’industrial esce fuori esplicitamente in Hanging. Il singolo Believe fa da manifesto programmatico e mette insieme tutte queste cose: è un pezzo chill che però non sfigurerebbe nei club, riuscendo pienamente a rispettare il concept alla base del disco. Evil 247 è una breve gemma sperimentale in cui droni e voci contribuiscono a creare una tensione spettrale da film horror, mentre Somewhere Else è il pezzo che più di tutti restituisce l’idea di un mondo “altro”, complice la sua alienante rarefazione.

Non tutte le ciambelle escono col buco in The Perpetual Self Doubt, ma la straordinaria capacità di Phiorio di creare un universo musicale capace di dare giustizia alle sonorità assimilate nella sua lunga carriera supera anche i pochi passi falsi commessi. Soprattutto, a colpire è la sicurezza con cui il musicista padroneggia i suoi mezzi, dando vita ad un disco stratificato, complesso, a tratti prolisso, eppure indiscutibilmente affascinante.



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