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Noise and Cries 굉음과 울음: oltre ogni etichetta

Ad un primo ascolto, i 32 minuti di Noise and Cries 굉음과 울음, in uscita il 14 aprile 2024 per Subtext Recordings e Unsound, sono a tratti inclassificabili, amalgamati in un melting pot di generi che bela aveva mostrato già nel precedente Ep Guidelines (2021). I sette brani del disco mettono in luce una sorta di deconstructed club nel senso più lato e sperimentale del termine, riuscendo a scindere, spezzare e confondere un genere che già di per sé si propone come punto di rottura del clubbing canonico.

Emerge, quindi, un sound senza compromessi, in cui caos ed estremizzazione sonora fanno da indiscussi protagonisti. La doppietta iniziale, The Sage & Deathwill, catapulta immediatamente l’ascoltatore in un mondo violento e rumoroso, in cui una combo fra growl demoniaco e suoni di memoria industrial preparano il campo ad elementi meno ossessivi ma decisamente più oscuri, come 풀이 Unwinding, che si piazza al confine fra ambient e musica tradizionale coreana, un’altra influenza che permane durante l’intero album.

Da un certo punto di vista è come se bela decidesse di omaggiare il suo Paese d’origine, adottando tecniche e suoni derivanti dal pansori, folk coreano interamente basato su ritmica ed elementi vocali, ma allo stesso tempo riesce ad andare oltre i confini, allargando lo sguardo e proponendo una sorta di gugak in salsa fusion, fondendo folk e classica di stampo coreano con elementi prettamente occidentali.

Dunque, in questo ponte fra culture non sorprenderà ritrovarsi improvvisamente catapultati in un club berlinese, come testimonia l’incursione nella techno di 나락 Pit, né può risultare sconvolgente trovarsi al termine del viaggio con la lunga title-track, nove minuti abbondanti di alchimia musicale che in questo contesto sembrano essere la naturale conclusione di quanto ascoltato.

Noise and Cries 굉음과 울음 riesce a mescolare le carte anche per chi è abituato a certi tipi di sonorità e questo è sicuramente il pregio principale che va riconosciuto a bela. D’altra parte non si può negare che il confine fra genialità e confusione è spesso sottile e la proposta finisce spesso per saltare da una parte all’altra, lasciando la sensazione che c’è bisogno di un po’ di tempo per mettere tutto completamente a fuoco.



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