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Eternally Frozen: una nuova veste per l’avanguardia di Andrea Belfi

Dell’esperienza artistica pluriventennale di Andrea Belfi e dei suoi percorsi sonori si potrebbero scrivere pagine intere. Esponente di spicco del mondo elettroacustico italiano e non, sperimentatore senza limiti, percussionista e compositore, il musicista veneto ha abituato il suo pubblico a sorprese costanti.

E le novità non sono ancora terminate se si tiene conto che il suo nuovo album, Eternally Frozen, in uscita il 10 marzo 2023 per Maple Death Records, segna il suo debutto come direttore di un complesso di ottoni.

Ad ispirare questa nuova sfida concorrono due elementi precisi; innanzitutto la tecnica musicale del canone, vecchia come il mondo e adoperata in varie forme nella storia della musica classica, a partire dalla polifonica a cavallo fra XIV e XVI secolo, consistente nella ripetizione di una melodia iniziale dopo un intervallo. E, dal punto di vista tematico e mistico, il Deprong Mori, un pipistrello mitologico capace di volare attraverso i corpi solidi, che offre a Belfi anche il titolo del disco: infatti, uno di questi pipistrelli sarebbe eternamente ghiacciato in un muro costruito dal ricercatore Donald R. Griffith.

Archi e cori arricchiscono l’opening Pastorale, unico episodio del disco in cui gli ottoni sono accompagnati e coadiuvati da un ensemble capace di far risaltare la dimensione a metà fra il sacro e il bucolico di un brano ricco di sfumature. Reminiscenze morriconiane permeano il climax suggestivo di Setteottavi e anche Exotica non è esente da un certo fascino da soundtrack, per quanto viva di maggiori aperture ariose.

Echi à la Basinski saltano fuori nella dolente Golden, una litania in cui il lavoro di tuba, trombone e corno francese si fa via via sempre più soffuso con il minutaggio, pur senza mai perdere una delicatezza primordiale. Chiude Pulsing, un incontro fra percussioni e ottoni in grado di giocare su diversi livelli d’intensità pur mantenendo costante il ritmo.

Eternally Frozen è l’ennesimo nuovo esperimento di Andrea Belfi, che in questo caso “ripulisce” le sue proposte d’avanguardia con una veste da camera, senza mai perdere di vista la carica innovativa dei suoi vecchi lavori. Ed è questo il pregio principale di un album misterioso ed affascinante: la capacità di reinventarsi, unendo tradizioni differenti in uno schema compatto che arricchisce ulteriormente la discografia di Belfi.



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