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Cosa ci sarà “sotto il tappeto” delle I’m Not A Blonde?

Under The Rug segna il ritorno per le I’m Not A Blonde, ossia il duo arty-eletro-punk formato da Chiara ‘Oakland’ Castello e Camilla Matley. L’album, pubblicato il 4 ottobre su etichetta Backseat / INRI / A1 è stato prodotto dalla stessa band insieme a Leziero Rescigno, registrato da Lele Battista presso le Ombre Studio e mixato da Mario Conte.

Sonorità anni Ottanta e attitudine punk accompagna il concept del disco: affrontare le proprie paure, quelle che a un certo punto nella vita vengono a galla e non possono più essere nascoste ‘sotto il tappeto’.

Nove tracce per il nuovo capitolo del duo che si apre con la cupa No Drugs. La prima canzone è un elettro punk scuro che inizia con l’affermazione “I nevercouldkeepitsimple” che si collega alla conclusiva frase “get back to the simplicity of you and me” di Simplicity. Under The Rug è un cerchio che si apre affrontando le diverse forme di paura e si chiude trovando nel ritorno alla semplicità del ritrovarsi e ricordarsi chi siamo la soluzione a questi mali.

Si prosegue all’insegna delle tinte fosche di Latin Boy, sebbene il mood dark la fa da padrona, si intravede qualche synth colorato che funge da spiraglio nelle tenebre. La drum machine dona al brano brio, ma è nei ritornelli che le due polistrumentiste si superano riuscendo sempre a essere coinvolgenti.

Non mancano momenti più leggeri come Romantik Girl in cui la band milanese ricorda i The Drums con quell’indie rock scanzonato e divertente, quasi ballabile nel ritornello. In Not That Girl il duo parla della paura di essere esclusi e sentirsi diversi e lo fa utilizzando toni giocosi. Si arriva così nella parte conclusiva del disco, soprattutto con quest’ultima traccia e Me Just Me, You Just You il lato cupo viene accantonato per far sì che un sound colorato e più speranzoso si impossessi delle tracce.

Le I’m Not A Blonde sono cresciute ulteriormente, musicalmente parlando, e con Under The Rug ci regalano un album fresco e maturo, dai testi adulti, un perfetto mix tra analogico e digitale che accompagna le riflessioni del duo.

Leggi l’intervista alle I’m Not a Blonde QUI




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