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Vladislav Delay: l’evoluzione con la R

A poco più di un anno dall’uscita di Rakka, Sasu Ripatti dà alle stampe il secondo capitolo del suo viaggio nella natura selvaggia della Finlandia. Rakka II, pubblicato il 16 aprile 2021 dalla Cosmo Rhythmatic di Shapednoise, è la visione romantica, speranzosa e ottimista di Vladislav Delay.

Il risultato è un album di matrice ambient popolato da droni in rapido movimento, dense nuvole di rumore e rimbombi di bassi con accenni di armonia nati da aspri contrasti tonali.

Il primo impatto con Rakka II è violento e insidioso: Rakka riprende da dove Ripatti ci aveva lasciato, un suono stratificato a base di droni densi e raffiche di rumoreche sprigionano il potere grezzo, indefinito, incontrollato e incorrotto che esiste all’interno della natura.

Una direzione ritmica ben precisa quella di Raaha, una traccia intensa e violenta. Introdotta da un break beat, la produzione si sviluppa attraverso percussioni tribali e pattern ritmici ossessivi. La violenza della natura viene imprigionata in un linguaggio digitale che fonde insieme techno e toni metallici espressi nel marasma di un caos ipnotico.

A seguire Rapaa è un tessuto sonoro nel quale convivono richiami alla glacialità industriale, melodie sintetiche e suoni claustrofobici che contribuiscono a realizzare una produzione dai marcati connotati noise. Una ferocia narrativa che fa delle pulsazioni martellanti il suo linguaggio principale.

Non mancano momenti meno spinti che fanno capo ad un ambient glaciale e cybernetico, trame cupe e granulose come Rakas rappresentano i momenti di quiete durante il superamento di una tempesta.

Una pioggia acida, un vortice di droni fanno di Rapide la conclusione più brutale che Delay potesse dare al disco. Un mix di techno, hardcore digitale e attitudine metal (soprattutto nell’uso dei piatti della batteria), una mitragliata per l’udito, bordate di rumore totalizzante chiudono un album devastante.

Quello di Vladislav Delay è un percorso all’insegna dell’evoluzione, una cammino intrapreso più di vent’anni fa che arriva ad oggi con Rakka II ad attuare una rivoluzione basata su un linguaggio e sonorità estreme che mettono in relazioni l’umano con il non umano, la natura con le macchine.




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