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Nella caverna primordiale con Ballen, Pupillo e Tinti

Non c’è due senza tre! Dopo Embracing the Ruins e Songs Of Stone, ancora una volta Massimo Pupillo accompagna con la sua musica i versi poetici di Gabriele Tinti in un album in cui l’inevitabilità delle difficoltà è espressa dalla recitazione cupa dell’artista americano Roger Ballen.

Pubblicato il 15 gennaio 2024 tramite Unsounds Label, Fragments è un progetto che vede protagonisti parimenti musica, parole e immagini, con lo scopo di ricreare una “caverna primordiale”. Nella visione poetica di Tinti «l’uomo primordiale era il consumatore del divino. In lui, nella sua arte, c’era un costante scambio di energia con il sacro. Le grotte erano probabilmente necropoli: i morti vi venivano portati e nutriti con la carne e il sangue di una divinità animale che veniva sacrificata come portatrice di forza unificante».

Tre lunghi brani per quasi un’ora di musica con il bassista degli Zu impegnato attraverso l’uso di synth, campionatori ed effetti vari nell’allestimento della scena che vedrà protagonista le parole enigmatiche e misteriose di Tinti recitate in una forma di spoken word dal fotografo Roger Ballen.

Un suono profondo che va subito ad influire sulla psiche grazie a basse frequenze cupe e microcosmi sonori che si intrecciano lentamente, scanditi dalle pesanti pulsazioni metalliche. Il tutto è accompagnato dalla voce da crooner di Ballen che accompagna il primo atto, Cro Pro Corde, una funerea fusione di drone music e dark-ambient, un flusso sonoro che condivide in parti uguali bellezza e oscurità, un continuo contrasto tra la luce segnata dalla voce e il buio dominato dai frammenti sonori e dai droni uniti tra loro in maniera cinematografica.

A seguire in Animam Pro Anima i suoni vengono dilatati lasciando inizialmente spazio alla voce di Ballen.

Da principio rintocchi e tintinnii vanno a rendere l’atmosfera rilassante, con il dark ambient della prima traccia sostituito da elementi cosmici e new age. Lentamente le dinamiche del brano crescono con i droni dalle sfumature industriali che attraversano una sorta di paesaggio sonoro quasi religioso e post-apocalittico.

L’ultimo capitolo, Music for Ill Wind, è caratterizzato da costanti scosse elettriche che segnano il lento fluire della musica. Un continuo oscillare che dà dinamismo alla traccia seppur mantenendo una tranquillità e l’atmosfera oscura caratterizzante l’intero lavoro. Nel finale la traccia è pervasa da suoni sinistri, striscianti e molteplici piccoli rumori che rendono la conclusione inquietante e ostile.

Fragments è un album capace di risuonare in modo potente ed evocativo, una lacerazione sonora che testimonia la memoria della violenza fatta alle creature esistenti.



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