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L’Atlante sonoro di PixFoil

PixFoil è un progetto incentrato sulla sperimentazione elettroacustica, minimalista e glitch che fa capo a Luca Spagnoletti.

Nato a Milano nel 1954, Spagnoletti è musicista, compositore e docente italiano di musica elettronica e composizione al St. Louis Music College e al Master in SONIC ARTS dell’Università di Roma Tor Vergata, dove è anche cultore della materia Musica elettronica per l’indirizzo DAMS.

Con alle spalle una sconfinata produzione che va dalle composizioni per la danza, per il teatro e il cinema, senza dimenticare le pubblicazioni discografiche, il 20 gennaio 2020 ha dato alla luce con il moniker di PixFoil, Atlante, per Eklero, etichetta romana dedita al mondo della sperimentazione passando dalla techno all’ambient, per finire con l’elettronica.

Entrando nell’universo di PixFoil veniamo da subito avvolti da un tappeto sonoro che fa capo a una vasta gamma di suoni tutti generati attraverso l’uso dei modulari. È il caso di Sonu ‘e Perda con la sua vivida e pulsante parte ritmica.

Su di essa Spagnoletti sviluppa la modulazione del suono (la parte più acida della traccia) che incontra la morbidezza dei fiati. Impressionante come riesca a controllare le onde sonore giocando con le sinuisodali ma al contempo mantenendo sempre un suono armonico che fa breccia nella psiche umana.

Nella prima traccia PixFoil rivisita le tribalità techno, rifacendosi a sonorità cupe. La sua sperimentazione con i modulari (stretching e dropping in primis) e l’impro sintetica focalizza l’attenzione su un suono perlopiù ritmico con le battiture allo stesso tempo melodiche, fondando il tutto su una situazione dinamica.

In Hornet il Nostro lavora di interferenze e vibrazioni. Nella prima parte della produzione c’è una forte componente acustica che va a incastrarsi con la parte elettronica, ponendo sempre l’attenzione sulla tribalità del suono. Nella seconda, invece, la musica si fa più spinta sfociando in una techno di matrice berlinese mentale e acida.

Con la seconda traccia Spagnoletti punta ad unire i suoi diversi mondi facendo convivere suoni abrasivi con suoni morbidi, tenendo fede ad una natura primordiale e cosmica di essi, giocando con le risonanze.

Arricchiscono l’Ep la premiata ditta Kyle Martin e Guido Zen (Vactrol Park), con un carico di drum machine e sintetizzatori e il maestro del rumore bianco Frank Bretschneider che si è occupato dei remix delle due tracce.




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