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Un lavoro a cavallo tra inquietudine e tranquillità

Da Berlino passando per Roma, Marta De Pascalis dà alla luce per la Morphine Records del libanese Rabih Beaini,Sonus Ruinae, un album nato dai paesaggi sonori caleidoscopici frutto del lavoro ai tape-loop system sviluppato negli ultimi anni dalla compositrice romana.

Registrato al WORM Sound Studios di Rotterdam e al Big Snuff Studio di Berlino tra il 2019 e il 2020, l’album è stato masterizzato da Giuseppe Ielasi. Ad impreziosire il tutto l’artwork realizzato da Lorenzo Mason che sperimenta attraverso linguaggi e tecniche diverse, un perfetto parallelismo tra la parte visuale e la musica della De Pascalis.

Droni nostalgici, synth minimali e pattern che si ripetono all’infinito sono alla base di un lavoro a cavallo tra inquietudine e tranquillità.

Il quarto album della compositrice è una sferzata di sintetizzatori : otto tracce spigolose con le quali la De Pascalis prova ad avvicinarsi alla forma canzone.

Dall’improvvisazione libera dei lavori precedenti, l’artista romana arriva così a produrre pattern minimali e ipnotici, frammenti sonori che si sviluppano attorno a percorsi chiusi (Volta), synth monofonici dal retrogusto psichedelico con i quali ricama tele armoniche di una rarefatta bellezza (Sonus Ruinae Part 1). Ossessioni paranoiche ed esili melodie ridotte ai minimi termini (Move Of Radiance), un po’ aliene, un po’ alla Aphex Twin, quella della De Pascalis è musica che abbatte le barriere temporali. Non mancano  suggestioni cinetiche che si amalgamo alle atmosfere gelide e celestiali (Dust Pavilions) e un sound monolitico che prova a costruire spazi multidimensionali (Sonus Ruinae Part 2).

Sebbene l’album necessiti di più di un ascolto per essere apprezzato e compreso a pieno, Sonus Ruinae è un lavoro ambizioso e ben studiato che apre le porte ad una formula ancora tutta da esplorare per un’artista che ha sempre voglia di mettersi in gioco.




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