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Onda: l’epicità ancestrale di Markus Guentner

La carriera pluriventennale di Markus Guentner si potrebbe descrivere come una totale indagine nel mondo dell’ambient, esplorato in tutte le sue sfaccettature. Dall’incontro con la techno dei primi album, fra cui il sottovalutato In Moll (2001), agli esperimenti più recenti direzione dark ambient (si veda Empire), tenendo sempre costante l’attenzione verso il mondo della drone music, il musicista tedesco ha condotto in modo certosino la sua ricerca giungendo fino al sound semi-orchestrale del nuovo Onda, in uscita il 5 maggio 2023 per Affin.

E proprio come nel già citato Empire, spicca la tendenza verso le sonorità lente, la riduzione in particelle che assume una forma solo considerando la complessità dell’intero brano. La title-track in apertura ne è un fulgido esempio: una lentezza pachidermica ma mai inutilmente pesante trascina l’intero brano verso territori che trasudano un’epicità a tratti ancestrale.

La bravura di Guentner sta proprio nella capacità di plasmare suoni rallentati allo sfinimento senza scendere nella noia, concentrando all’interno delle sue lunghe tracce pochi ma forti stimoli, come dimostra il paesaggio nebuloso descritto da Prisa, irradiato di tanto in tanto da improvvise aperture.

Nonostante sia diviso in sei brani, l’album sembra essere più un unico flusso setacciato in movimenti che assumono via via forme nuove: così, si passa dagli oscuri tocchi nebulosi della lunga e stratificata Sund, apice del disco per la sua complessa struttura circolare, con un crescendo centrale di notevole riuscita, all’ibrido finale di Akijana, che riesce a mettere insieme sia il lato più “neoclassico” del disco, con interessanti aperture ariose, sia quello sperimentale, complice una base sonora intricata e multiforme.

Onda sancisce l’evoluzione verso territori d’avanguardia della musica di Markus Guentner, che dimostra di essere ancora una volta un musicista dalle grandi idee, nonostante questa volta l’album non sia completamente a fuoco come nelle occasioni precedenti. Concepito più come un vero e proprio esperimento, in alcuni passaggi Onda sembra vivere troppo di maniera, ma in altri riesce a riprendersi e a mettere in primo piano l’estro di Guentner.



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