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No Words Left: un album liberatorio

La cantautrice folk inglese Lucy Rose ha pubblicato il suo quarto album No Words Left lo scorso 22 marzo 2019; prodotto da Tim Bidwell e distribuito dalla Universal, questo disco realizza le aspettative annunciate nel lavoro precedente, l’uso della voce con un effetto sorprendentemente sincero, liricamente e musicalmente senza paura, l’ascolto è intenso talvolta spiazzante per modernità raffinatezza e forza. La stessa autrice ne è sorpresa, nell’impossibilità di riassumere tutte le proprie emozioni avverte la sensazione di diversità rispetto ai dischi precedenti.

“È stato tutto diverso, dal modo in cui mi sono avvicinata alla scrittura, alla registrazione e al rilascio della musica. Ho eliminato ogni preoccupazione ed è stato liberatorio. È quello che è. È un sentimento, è una canzone, è un suono, è una parte di me che non riesco a decifrare se sia buona o cattiva, ma è sincera.”

Questo album riflette la realtà della vita di Lucy, che in un periodo particolare è diventata impegnativa e a tratti difficile da vivere, come lei stessa racconta, le canzoni sono uscite lavorando su pensieri solitari, la verità è affiorata pian piano.

Già l’arpeggio di Conversation si piega all’intimità e ne assume le sembianze, mescolanza melodica riuscita tra voce e strumenti, Lucy riesce a dosare tinte lontane senza offuscarne alcuna, ottima partenza. Treat Me Like A Woman è una piccola preghiera, nuda e semplice, fatta di voce appoggiata a sviluppo di accordi senza fretta, la piacevole andatura così seduttiva e consapevole ne sottolinea l’intenzione. Momenti musicali vibranti e complessi alternati a piccoli monologhi e spiccioli di poesia vestono i testi dove l’autrice si confida e spera che la sua musica possa essere di conforto per chi l’ascolta.

L’obiettivo di comunicare senza aggredire è artisticamente raggiunto in The Confines Of This World, il desiderio di un’accoglienza forse sognante pervade l’intero album, è una dichiarazione di tenerezza in modi e pensieri, stilisticamente impressi nella dolce tenue confidenza di Nobody Comes Round Here e nella dinamica intensa ed appassionata protagonista degli arrangiamenti di No Words Left Pt. 1 e 2




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