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Tutti i colori di go-Dratta, tra elettronica, jazz e world music

Dopo 2 Ep ed alcuni remix, arriva New Probe, primo full lenght per il musicista, compositore e produttore palermitano go-Dratta, uscito il 7 giugno per Futurissima.

Un disco che, frutto del percorso di studio e sperimentazione del nostro, fonde sintesi elettronica a strumentazione classica in un calderone compositivo che, memore soprattutto della recente lezione di Bonobo, esplora numerose sfaccettature del mondo dance-electro, pescando a piene mani tra ingredienti cari soprattutto al jazz e alla world music.

Sarebbe tuttavia certamente riduttivo citare solo Bonobo tra le reference di go-Dratta. Il synth arpeggiato in terzine che apre la prima traccia Puck sembra subito catapultarci in un ideale sequel di A New Error dei Moderat, salvo poi intrecciarsi con ritmiche dagli accenti spostati, campioni vocali e percussioni che forniscono al pezzo un mood più jazzy.

Swarm dona subito al disco colori esotici, con scale di sitar e sax su una batteria che si fa morbida. In Became Better fa invece capolino un giro di tromba che, unitamente alla cassa dritta, fa quasi pensare ad un remix di un pezzo di Parov Stelar, immerso anch’esso in un gioco di arpeggiatori terzinati.

Stay On è forse il pezzo più dance del disco, eppure anche qui, oltre al cassone dritto, che ormai si è fatto strada nelle orecchie dell’ascoltatore, troviamo un ricamo di arpeggiatori discendenti e strumenti orchestrali lavorati di fino.

Turquoise è forse il pezzo più spensierato e fuori dagli schemi, mentre fittissime ritmiche afro e voci di rituali tribali dominano l’ipnotica Ashura Antura.

Get Him è il brano in cui, ancora su una ritmica dance incalzante, la voce risulta più presente. Si tratta della voce dei torinesi Mangaboo, ma tagliata, filtrata e lavorata da go-Dratta tanto da risultare irriconoscibile.

Chiude il disco Niandra, ideale sunto del percorso di go-Dratta, tra ritmiche cadenzate, percussioni esotiche, montagne di strumenti elettronici e classici e campioni vocali, stavolta molto minimal, tutti mescolati in un delicato equilibrio di suoni, che si fa spesso instabile.

Un lavoro certamente ricco di spunti interessanti, questo New Probe, di cui siamo molto curiosi di poter valutare la resa live.




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