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Colle der Fomento: i maestri son tornati!

“Contrapposto, avverso, contrario” sono solo una parte dei termini con i quali oggi possiamo tradurre la parola latina Adversus. Un termine diretto e lapidario, un grido primordiale di sfida e forza, ma anche un vero e proprio stile di vita, come quello in “direzione ostinata e contraria” che cantava De Andrè in Smisurata preghiera.

Probabilmente lo stesso dei Colle der Fomento, che, dopo aver scritto la storia dell’hip hop italiano, si sono guardati intorno, hanno osservato cosa sta accadendo alla loro scena e hanno deciso di rimboccarsi le maniche e di far capire, ancora una volta, chi comanda e chi detta legge.

Così dopo undici anni di silenzio da Anima e Ghiaccio, ma soprattutto a ben ventidue anni dal capolavoro Odio pieno, il gruppo romano ha pubblicato il 16 novembre per TAK Production il loro quarto album, Adversus, un vero e proprio manifesto per un contrasto indissolubile con la vita, la paura, il tempo ma soprattutto con ciò che c’è fuori.

Chi ha scritto pagine importanti di storia corre il rischio di rimanere eccessivamente ancorato al proprio stile, che dopo anni può addirittura sembrare vecchio, o può semplicemente deludere le aspettative e cadere nel baratro del bollino “non siete più quelli di una volta”.

I Nostri hanno dovuto fronteggiare una vera e propria torre di Babele di problemi: la possibilità di un flop clamoroso, di deludere i propri fan, di proporre un sound troppo antiquato nell’epoca della trap. Ma i dubbi a riguardo sono stati spazzati via sotto ogni punto di vista e le quattordici tracce di Adversus mostrano le certezze di sempre, quelle in cui migliaia di persone si sono crogiolate ascoltando la musica dei Colle. Masito Fresco è particolarmente ispirato, la produzione di DJ Craim è a dir poco perfetta, e Danno? Danno si conferma il re di Roma.

I testi sono introspettivi e maturi, dei racconti che più che storie sono pugni nello stomaco. Basta ascoltare il “nomen omen” Storia di una lunga guerra, che apre l’album, e le successive Eppure sono qui Nulla virtus per capire quanta cura ci sia dietro questo lavoro e soprattutto quanto la titubanza iniziale sia completamente infondata.

Le parole di Noodles rimbombano forte più nel cuore che nella testa, Penso diverso è l’ennesimo inno del disco che i Nostri hanno regalato all’ascoltatore, un pezzo in cui tutti possono almeno in parte immedesimarsi.

Sergio Leone, in feat con Kaos One, che più invecchia e più migliora, entra in testa e non esce più per merito del ritornello accattivante e per le numerose citazioni legate al cinema del regista romano; Nostargia, prodotta da Bassi Maestro, è l’ennesima dimostrazione di una maturità stilistica ormai pienamente raggiunta. Infine, va menzionata la toccante Polvere, in feat con Roy Paci, dedicata all’amico Primo Brown, scomparso poco meno di tre anni fa.

Complessivamente, con Adversus Colle der Fomento hanno fatto evolvere la loro natura old school, non rimanendo ancorati al loro stile, ma contaminandolo con ciò che hanno acquisito negli anni. Uno sguardo al nuovo senza dimenticare il vecchio per ribadire e confermare, a modo loro, che “nella competizione tu te pensi Tarantino, io so’ Sergio Leone”. Titoli di coda e applausi.




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