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Chrystal Für pubblica Elusion,  Un Requiem vero e proprio dove il pianoforte è protagonista di tutto il discorso musicale

Elusion è il terzo disco di Chrystal Für, un concentrato di musica ambient che si dimostra un vero e proprio Requiem (nome del primo brano), un’elegia al ciclo della perdita, un inno all’accettazione e alla ricerca di una vita restaurata.
La melodia ruota tutta intorno al pianoforte che si intreccia a più riprese con le onde ronzanti di suoni e frammenti intermittenti provenienti da synth, pedali, arie di tastiera, creando simultaneamente un effetto di nostalgia e speranza. L’apice dell’album, I’ll Rise At Dawn Once More, è prodotto ed eseguito da Echo Collettive: un emozionante tributo all’emersione dalla turbolenza nell’euforia di un nuovo giorno.

L’intero disco è un viaggio ultraterreno che porta su di sé il carico di un peso emotivo non precisamente definibile. Le note nostalgiche, il mood lento, sono allo stesso tempo un simbolo di angoscia e un balsamo per tutti i cuori sofferenti appartenenti al nostro tempo. L’impatto emotivo e sonoro nasce dal desiderio di lentezza che caratterizza il lavoro e la poetica di Chrystal Für; dalla voglia di concentrarsi sulla bellezza intricata ed elementare che ci circonda in ogni momento nell’attesa di essere notata.

La musica di Elusion è uno specchio della carriera artistica di Christopher, compositore di colonne sonore per film, amante delle sperimentazioni, degli strumenti elettrici ed etnici, della sua infinita passione per i viaggi e la conoscenza di altre culture.

I nove brani che compongono il disco si legano tra loro grazie ad un eco non ben distinto ma percettibile creando così un discorso musicale coerente, lento, amalgamato. Sembra quasi di poter toccare le onde sonore che caratterizzano i singoli brani, senza però mai intaccarne, spezzarne, l’armonia. Il pianoforte, come già detto in precedenza, è una costante sempre presente che costruisce il discorso musicale e che si lascia incorniciare da una miriade di suoni, echi e strutture sovrapposte. In alcuni brani è più presente, quasi solista, come in Other Side Of The Mirror, in altri invece si muove come un semplice sottofondo lasciando così spazio a diverse e più intricate sperimentazioni.

Come ogni disco ambient, Elusion rispetta gli aspetti tecnici e melodici che rendono ben costruito il lavoro, senza pecche, senza imperfezioni di sorta. Ma, come per ogni disco ambient, il pericolo di inserirsi in un filone di “già sentito” è alto, e anche Chrystal Für non è esente a questa “maledizione”.

È estremamente difficile, in questo genere riuscire a dire qualcosa di nuovo, riuscire ad esprimere, musicalmente parlando, una novità. L’obiettivo prefissato, quello di riuscire a descrivere in nove tracce una o più determinate sensazioni, è ben riuscito, ma in ogni caso l’ascolto rimane, a causa della mancanza di originalità, un unicum. Dopo pochi ascolti sembra di aver memorizzato ogni singolo passaggio, e in questo modo l’orecchio si distrae portando la mente da un’altra parte. Il viaggio si interrompe dopo poco, insomma.

Elusion resta un disco valido, ma che dà l’impressione di essere nato senza particolare sforzo.




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