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Alessandro Ragazzo: atmosfere di sospensione temporale

Mestrino, classe 1980, Alessandro Ragazzo basa la sua pratica sonora sull’uso del field recording come fotografia per immortalare una sensazione o un ricordo.

Il suo nuovo lavoro, La deviazione del profilo, lo vede coinvolto in un’opera sonora/concreta che concentra la sua ricerca sui “profili” ambientali e sonori di molteplici paesaggi, interiori e non.

L’album rilasciato per Stochastic Resonance è composto da trame nelle quali s’incastrano bene vuoti/silenzi e microcosmi sonori che vanno a formare una narrazione densa e frammentata in cui lo spazio è inteso come non-luogo, come silenzio, come punto fondamentale della “condanna” umana: la sua nudità, il suo essere sempre e costantemente senza pelle, a nervi scoperti.

La deviazione del profilo si apre con una serie di field recordings, soprattutto voci, che vengono sovrapposte creando un momento estremamente confusionale, le voci si trasformano così lentamente in un denso paesaggio sonoro, un vuoto nero come la pece, privo di spazio o struttura. Le onde sonore vibrano prendendo il tempo di una danza cupa e sincopata.

A seguire in I prende il sopravvento un’atmosfera rarefatta, con impercettibili tintinnii che si muovono in questa coltre glaciale dandole slancio ritmico. L’irregolare successione è intervallata da momenti di silenzio intesi come interruzione dell’energia statica, che vengono adoperati da Ragazzo per differenziare la composizione.

III si presenta come un tessuto ambient-noise che muta il suo ciclo in maniera irregolare. Una tempesta magnetica composta da assordanti frequenze e detriti sonici che risultano alternativamente triturati o esaltati.

La deviazione del profilo si conclude con Terminus, un monolite cupo di saturazioni ambient solcato da scheletri ritmici composti da glitch sinistri.

Ne La deviazione del profilo ritroviamo la strada che tutti comunemente percorriamo, la casa, i moti dell’anima, la malattia, il desiderio, la morte, un lavoro complesso e articolato che prova a tramutare in suoni la meraviglia dell’esistere.



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