La devastante violenza sonora dei Wojtek
A meno di un anno dall’uscita di Hymn For the Leftovers i Wojtek tornano con un nuovo Ep: venti minuti di pura violenza sonora condensati in quattro tracce sludge metal nate dalla noia e dalla frustrazione dei lockdown.
Co-prodotto assieme a Shove Records, Teschio Dischi, Fresh Outbreak Records e da due label internazionali, la scozzese Ripcord Records e la spagnola Violence In The Veins, Does This Dream slow Down, Until It Stops? esce il 26 gennaio 2021 in formato tape in una edizione limitata di 100 copie.
Uno stile veloce, frenetico e furioso, nel quale vengono fuori prepotentemente le influenze hardcore del quintetto padovano, allo stesso tempo le quattro canzoni suonano ragionate e introspettive segnando un passo in avanti nella composizione dei brani rispetto all’Ep precedente.
Catacomb, in apertura dell’Ep, si rivela una micidiale traccia all’insegna della velocità e della furia. La ruvida voce di Mattia Zambon s’incastra perfettamente tra la potenza della batteria che spinge sul doppio pedale e le parti di chitarra sempre taglienti e velocissime.
Desensitised è una indiavolata cavalcata di matrice hardcore, stop ‘n’ go, doppia cassa e note stoppate derivanti dal Thrash per un brano brutale che colpisce duro senza compromessi. Rednetrab è la traccia che non ti aspetteresti: cupi droni per un lento fluire in un mix di doom e dark ambient. Un brano che mostra quanto la formazione padovana sia a proprio agio anche al di fuori delle sonorità metal-oriented.
La conclusiva XX Years è una canzone dalla natura iraconda che ben rispecchia il periodo allucinante in cui siamo piombati. Una batteria granitica fa da sfondo al muro di suono eretto dalle chitarre al vetriolo, il tutto in funzione della potente voce che in questo nuovo Ep convince a pieno.
Seppur selvaggio e primitivo, con Does This Dream slow Down, Until It Stops? i Wojtek hanno raffinato il loro stile velocissimo, ma mai noioso.
Leggi l’intervista ai Wojtek QUI
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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