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Nel mondo nascosto dei Tristan da Cunha

Terzo lavoro per i pavesi Francesco Vara (chitarra, campionatore e laptop) e Luca Scotti (batteria, piatti e ocean drum). Cinque anni dopo l’uscita di Onda do Mar e dopo la parentesi con i Boscosacro, che vede il duo affiancare Paolo Monti (Star Pillow, Daimon) e Giulia Parin Zecchin (Julinko) in un nuovo progetto ai confini della musica sperimentale, i Tristan da Cunha tornano con un nuovo album intitolato Hidden Sea, pubblicato il 3 maggio 2024 per Dissipatio.
Rispetto ai lavori precedenti l’approccio di Hidden Sea è molto più esplorativo nelle direzioni dell’ambient, del noise e della musica concreta.
L’album è stato registrato utilizzando un microfono Zoom H1 posizionato a pochi centimetri dalle fonti sonore, in questo caso piatti e timpano della batteria, in modo da catturare tutte quelle frequenze “nascoste” che normalmente non verrebbero evidenziate nelle registrazioni normali. Da qui il nome Hidden Sea per sottolineare “il mondo nascosto” delle frequenze sonore presenti in uno strumento come la batteria; in aggiunta a queste registrazioni, che sono state successivamente campionate ed elaborate, sono state registrate le chitarre.
Sei capitoli diversi da intendere come un unico flusso sonoro, un viaggio alla scoperta di mondi ampi e variegati generati dalla combinazione di strumenti elettroacustici ed elettronica.
Nell’iniziale Path le frequenze elettriche scaturite dalla chitarra si tramutano in densi droni e oscillazioni ammalianti, tanto enfatiche quanto introverse. Un linguaggio sonoro cupo e catartico, pieno di tensione che si riflette nel rituale ambient/drone messo in atto dal duo.
A seguire con Void il suono si gonfia diventando spettrale. Un paesaggio sonoro oscuro dalla struttura non lineare che prende forma a partire da trame percussive dilatate combinate con un’elettronica minimale carica di ammaliante inquietudine ed irruento fascino. Nella fase finale del brano il duo cambia la traiettoria narrativa spostandosi verso territori noise, frutto del suono rarefatto e distorto della chitarra che scandisce l’atmosfera mutevole della traccia.
La title track si presenta come una trama profonda imbrattata di rumore ed echi di riverberi cavernosi. La melodia della chitarra sprofonda tra i droni dell’imponente architettura sonora, un muro invalicabile che va lentamente a sgretolarsi nella coda finale.
Possiamo affermare senza ombra di dubbio che Hidden Sea è l’album più maturo e complesso realizzato finora dai Tristan da Cunha, un’intensa meditazione uditiva da sperimentare ad alto volume, quello che ne scaturisce è una non-realtà inconoscibile e oscura che fluisce in uno spazio-tempo altro.



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