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Obverse: l’eclettismo di Trentemøller

Se già dai suoi ultimi lavori era chiaro il cambiamento di rotta intrapreso, con Obverse, in uscita il 27 settembre 2019 per In My Room, la carriera musicale di Anders Trentemøller sembra essersi definitivamente delineata verso una contaminazione più accentuata.

Abile musicista, in grado di dare un tocco di accesa personalità a tutto ciò su cui lavora, il danese ha letteralmente fatto razzia di ispirazioni, oltre che di collaborazioni. Nel suo ultimo lavoro c’è spazio per una quantità immensa di correnti, tanto da rendere quasi impossibile una catalogazione precisa: l’etichetta “musica elettronica” va fin troppo stretta ad un album che spazia dal downtempo all’ambient, passando per il minimal wave e arrivando a sfiorare le atmosfere sognanti del dream pop.

Un lavoro ambizioso che non potrebbe avere manifesto migliore del brano d’apertura, Cold Comfort, con la partecipazione di Rachel Goswell. Impossibile, per ovvie ragioni, non pensare ad un pezzo che pare uscire direttamente dalla discografia degli Slowdive, fra suoni eterei ed eleganti, pronti ad esplodere di delicatezza nelle parti elettroniche più accentuate. Il Nostro lavora di fino, ed è evidente anche nella traccia successiva, interamente strumentale, Church of Trees, che disegna luoghi a metà fra l’arioso e l’oscuro, ripercorrendo in parte la tradizione malsana del dungeon synth.

Gelo e inquietudine fanno da protagonisti anche nei ritmi minimal di Blue September, con Lisbet Frize alla voce, mentre con Try A Little la collaborazione con Jennylee porta all’unico brano puramente pop del lotto, seppur intriso di un’allucinogena psichedelia.

Con Obverse, Trentemøller conferma le sua innumerevoli qualità, una su tutte la capacità di legare fra loro ispirazioni così diverse. I momenti migliori e più interessanti scaturiscono proprio dai contrasti, su cui è basato l’intero disco, che va invece a perdersi nei passaggi più piatti ed inutilmente lunghi. Una parte centrale non proprio esaltante non permette ad Observe di essere un disco imperdibile, ma non gli impedisce di essere comunque al di sopra della media generale.




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