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Afasi, un viaggio attraverso le emozioni, le parole e i ricordi che si intrecciano e si disgregano nel tempo

In un mondo sempre più frammentato e disorientato, dove la comunicazione si dissolve tra le pieghe di un’epoca digitale e turbolenta, Tomat ci presenta un’opera che incarna questa complessità.

Pubblicato tramite The State51 Conspiracy, Afasi non è solo una raccolta di frammenti sonori, ma un viaggio attraverso le emozioni, le parole e i ricordi che si intrecciano e si disgregano nel tempo, riflettendo la condizione stessa dell’epoca in cui viviamo.

Come un archivio personale e universale, questo progetto cattura l’evanescenza di momenti e sensazioni, trasformandoli in un mosaico sonoro che parla di disconnessione, di perdita e di ricerca di senso.

Davide Tomat prosegue con coerenza l’approccio sperimentale già esplorato nei suoi lavori precedenti, immergendo l’ascoltatore in un universo sonoro immaginifico, intricato di rimandi e profondità. In momenti come Shift, il suo sound si fa avvolgente e suggestivo, mentre in tracce come Dernier emerge l’eco del future sound di stampo Hyperdub: un’elettronica frammentata, inquietante e glaciale, dominata da glitch monocromatici che imprevedibilmente definiscono il carattere del brano.

Fatigue si apre con un suono sottile e istintivo, che si alterna abilmente a potenti esplosioni sonore ricche di bassi ed echi, trasportando l’ascoltatore in territori completamente nuovi per Tomat. Un ascolto sorprendente, capace di catturare e coinvolgere fin dal primo ascolto.

Con Logic riemergono loop e melodie campionate, sostenute da una ritmica spezzata che si interrompe bruscamente sul finale, lasciando emergere il lato riflessivo di Tomat. Questa sua capacità di stratificare suoni ambientali avvolgenti crea un’atmosfera coinvolgente e riflessiva, rendendo l’ascolto un’esperienza immersiva e profondamente suggestiva.

In un’epoca in cui la comunicazione sembra sempre più fragile e inefficace, con Afasi Tomat ci invita a riflettere sulla natura stessa del linguaggio, sulla sua capacità di esprimere ciò che siamo e ciò che sentiamo, in un eterno tentativo di trovare parole in un mare di silenzio e frammentazione.

In questo scenario, Tomat ci invita a interrogare non solo il nostro modo di comunicare, ma anche la nostra stessa essenza, nel tentativo di trovare un senso in un universo frammentato, disperso tra i rumori digitali e i silenzi interiori. È una riflessione profonda sul nostro presente, un invito a riscoprire la forza del linguaggio e della memoria come strumenti di connessione autentica e di senso, in un mondo che rischia di perdere la sua umanità nel caos delle informazioni e dei frammenti.



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