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We Were Young When You Left Home è senza dubbio un’opera solida, una finestra sul mondo interiore di un musicista promettente e coraggioso

Lui viene dalla Germania, l’etichetta è giapponese, ma la storia che racconta l’ultimo lavoro di Tim Linghaus parla una lingua universale. Come suggerisce il titolo dell’album, il tema di We Were Young When You Left Home è l’abbandono, più nello specifico lo spettro di emozioni che accompagnano ancora oggi i ricordi d’infanzia di Linghaus, nel periodo in cui i suoi genitori si sono separati. L’artista tedesco decide dunque di attingere a piene mani al suo bagaglio di ricordi e sensazioni per dare alla sua musica un taglio più intimista e comunicativo.

Le tracce sono poco più che dei brevi sketches, con una durata che difficilmente supera i due minuti, come se volessero rappresentare flashback, ricordi sfuggenti e sogni d’infanzia dal sapore agrodolce. La tracklist segue, come una telecamera discreta, gli anni formativi del giovane Linghaus, sottolineando con sonorità distorte e voci alterate l’effetto che il tempo ha avuto sulla sua memoria. Le voci diventano echi lontani, e a tratti si propongono come protagonisti rumori che altrimenti sarebbero di fondo, come una lieve brezza o un chiacchiericcio di strada.

I titoli dei brani sono come annotazioni su un diario: Dads / Ghosts, che si attorciglia su sé stessa come un serpente, Audrey’s Funeral / Wooden House Up In The Mountains, che racconta la tenerezza di un addio e di parole di commiato appena sussurrate, Flashlight Signals Into An Open Field (la più lunga dell’album), che striscia e si chiude in un bozzolo verso la metà, prima di schiudersi e trasformarsi in un apparente barlume di speranza.

Negli ultimi secondi del disco si sente una puntina che gratta, a vuoto, sugli ultimi solchi di un viaggio nell’infanzia travagliata di Linghaus. Se pure sarebbe lecito aspettarsi rabbia o rifiuto, viste le tematiche trattate, ciò che invece si ascolta, con sorpresa, è la maturità dell’approccio e la dolcezza delle strutture melodiche, come se l’artista tedesco volesse dirci di aver già fatto i conti con il proprio travagliato passato. We Were Young When You Left Home è un resoconto onesto, privo di artifici retorici o di fastidiosi inviti alla pietà. È una storia pura, semplice, raccontata con la maturità dell’uomo più che con la foga del bambino.

Per quanto l’artwork che accompagna il disco sia di pregevole fattura, la descrizione del disco è scritta in un inglese a dir poco maccheronico e denota poca cura del prodotto finale e della fase di distribuzione. È un peccato che un artista come Linghaus, che mostra sin d’ora un buon potenziale, venga dato in pasto al grande pubblico con una simile sciatteria promozionale. Ma tant’è. In fin dei conti ciò che importa è la musica, e We Were Young When You Left Home è senza dubbio un’opera solida, di tutto rispetto, una finestra sul mondo interiore di un musicista promettente e coraggioso.




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