The Grow, tra le ombre di un mondo oscuro
Pubblicato per l’etichetta norvegese TIBProd, The Knight of Fools è un viaggio sonoro oscuro e monolitico, in cui l’urgenza espressiva si trasforma in un’esperienza immersiva e criptica.
Il secondo lavoro del progetto solista di Denis Vignoli, si apre come un monito senza speranza, un battito incessante di suoni sporchi e pesanti che riflettono una battaglia esistenziale senza fine.
Con l’aggiunta di Cesare Cognini alla batteria, il progetto si espande in un universo più vasto, più potente e ancora più misterioso, pronto a svelare messaggi occulti nascosti tra le ombre di un mondo oscuro.
Mixato e masterizzato dal guro americano Seth Manchester (The Body, Lingua Ignota, Full Of Hell, Big Brave) al Machines With Magnets Studio di Rhode Island, questo album si configura come un’opera articolata, dal suono profondo e dai significati nascosti, un vero e proprio manifesto di una musica che sfida le percezioni e invita a molteplici interpretazioni.
L’album si apre con All’s In Vain, un brano caratterizzato da una maniacale ripetizione di riff distorti al massimo della potenza, generati da una chitarra grezza e attraversata da una tensione palpabile. Questa strapotenza sonora unita alla ritmica della batteria, ben scandita e mai eccessivamente accelerata, crea un equilibrio che trasmette la sensazione di farsi strada a fatica attraverso una colata di distorsione, come se ogni nota fosse una lotta per emergere dalla morsa del rumore.
End Of A Black Path si muove lentamente attraverso una progressione di distorsioni che sgorgano con impeto e abbondanza, creando un’atmosfera cupa e avvolgente. La batteria si limita ad accentuare i momenti salienti, senza mai rubare la scena, lasciando invece spazio a una chitarra che si erge come il vero motore rombante del progetto, guidando l’ascolto in un viaggio oscuro e coinvolgente.
In There’s Something Burning, Vignoli intreccia una rete fitta di distorsioni, creando un muro impenetrabile di ripetute sfumature profonde che pulsano sotto la superficie come lava che bolle lentamente, accompagnate da una ritmica oppressiva e ipnotica che avvolge lo spettatore in un vortice di mistero.
Il risultato è un’opera che, pur mantenendo la sua natura oscura e monolitica, dimostra una crescente maturità nell’equilibrio tra intensità e ampiezza, tra caos e moderatione. Con The Knight of Fools, The Grow, grazie alla sapiente miscela di doom, noise e sludge, riesce a fare un ulteriore passo avanti rispetto a Death Home Tape, offrendo un viaggio sonoro ancora più vasto e articolato.
In questo nuovo lavoro, c’è abbastanza spazio e profondità musicale per accompagnare anche il più risoluto oppositore in questo intricato paese delle meraviglie, rendendo l’esperienza ancora più coinvolgente e sfaccettata, senza perdere quella potenza criptica che rende il progetto così unico.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.

