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Hiatus: un sussurro elettronico

Vorrei cominciare con una frase banale: “si torna sempre dove si è stati bene”.
È parecchio tempo che non scrivo, che ho messo in pausa l’ascolto critico e le parole. Senza tirarla per le lunghe, la musica mi ha rapito nuovamente convincendomi a mettere per iscritto le sensazioni che attraverso l’orecchio, nota dopo nota, sfioravano il mio cuore.
Si torna sempre dove si è strati bene: quindi mi è sembrato naturale tornare nella redazione di Radioaktiv per recensire il nuovissimo Ep di una delle autrici italiane più interessanti del panorama trip hop/elettronico.

Parliamo di Hiatus, il nuovo Ep di Suz, Susanna La Polla De Giovanni, cantante, autrice e compositrice italiana con alle spalle tre album di studio e numerose collaborazioni nazionali e internazionali come Angela Baraldi, Black Job, Phoet, Thavius Beck (Saul Williams, Nine Inch Nails), KutMasta Kurt (Kool Keith, Beastie Boys), Justin Bennett (Skinny Puppy), Katzuma, TY1, Pandaj, Obsqure, Spire, White Raven, Weight and Treble.

L’autrice di quel piccolo capolavoro intitolato One is a Crowd, si presenta nel 2022, con un Ep, Hiatus, interamente scritto e prodotto da lei, che si allontana dalle precedenti produzioni vicine al genere trip hop, per virare, e sperimentare, verso un’elettronica di più ampio spettro.

Già dall’intro, che rappresenta un lungo riscaldamento, sonoro e vocale, di circa due minuti, possiamo notare la diversità dai lavori precedenti. Qui la volontà di presentare il proprio reparto sonoro e armonico è forte fin dalle prime note: un disordine ordinato in cui si trova la chiave di lettura dell’intero disco. L’intro continua in Let No One Live Rent Free In Your Head, ma immediatamente l’andamento si fa più serrato attraverso i pattern di synth, non restando pacato e sommesso, ma anzi arricchendosi ripetizione dopo ripetizione fino ad aprirsi totalmente con l’inserimento della voce di Suz. Un ritmo coinvolgente ma non aggressivo, sicuro di sé, capace di far muovere le gambe e far presa sullo stomaco, senza disgustarlo.

Akazéhé, terzo brano dell’Ep che vanta la collaborazione di Alessio Argenteri, aka Manna Man (Casino Royale, Black Job), si mette in mostra grazie ad un uso ricercato dei synth e dei bassi che fanno da tappeto sonoro alla voce di Suz che sembra regredire a suono ancestrale ripetuto in loop, proveniente da un tempo antico.

Segue Winds Of Summer Fields, titolo del singolo che ha anticipato l’intero disco, ispirato alla poesia di Emily Dickinson After a Hundred Years: brano in cui la voce di Suz riprende la musicalità leggera ma decisa dei precedenti lavori. Un brano violento, ricco di echo, con un ritmo incalzante e avviluppante: il suono sembra arrivare da ogni direzione e avvolgere completamente l’ascoltatore, con l’intento di farlo perdere in un labirinto di onde sonore dove smarrire i sensi e raggiungere la trance che solo della buona musica elettronica sa darti.

In Fairy Circle torna il basso di Manna Man, più pulito, più comprensibile e incisivo, che fa da protagonista spiccando sul ricco accompagnamento ritmico, e sui pad a scomparsa che come fantasmi di note ondeggiano da un orecchio all’altro.

Arrivati verso la fine di Hiatus, Suz ci presenta Dragon Inn, un brano più dolce, rilassato, simile al canto di una Sirena, che si innalza dalle profondità marine per calmarci, ammaliarci e attrarci a sé. La buona riuscita del brano, e la sensazione di caldo abbraccio che infonde, sono anche merito del sax tenore di Laura Agnusdei.

Outro, specchio di Intro, chiude il disco con un ritmo sincopato e deciso che per più di cinque minuti cresce riprendendo le sonorità dei brani precedenti e arricchendosi sempre più. Una degna chiusura più melodica che selvaggia, somigliante ad un rassicurante arrivederci più che ad un addio.

Hiatus, come suggerisce il titolo, è un sussurro dolce che porta con sé un concetto musicale coerente, ricco e armonico, spaziando tra diverse sonorità e ritmi. Dai suoni tribali alle litanie, dagli incalzanti ritmi in quattro quarti a quelli più complessi, la musica di Suz è un viaggio affascinante capace di smuovere il corpo e di accarezzare la mente fino a farla sciogliere.



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