Sun Ra Bullock: omaggio ai suoni dell’organo Yamaha Electone A-55 N
Tre anni dopo l’uscita di Sun Ra Bullock Plays the Organ Electric Vol. I, il co-fondatore di Edelfaul Recordings presenta il suo secondo volume, un album realizzato esclusivamente con i suoni dell’organo Yamaha Electone A-55 N.
In Sun Ra Bullock Plays the Organ Electric Vol. II, l’artista mescola l’eredità della musica da club degli anni ’90 con le virtuosità di artisti come Omar El Shariyi, Abdel Halim Hafez, Hany Mehana e Yichak Banjaw. Utilizzando l’organo come unica fonte sonora e una vasta gamma di pedali FX per il trattamento del suono in tempo reale, Sun Ra Bullock ha composto 14 tracce che rivelano una profondità e una complessità capace di coinvolgere e sorprendere l’ascoltatore.
L’album si presenta come un viaggio attraverso una variopinta gamma di ritmi e atmosfere, spaziando dalla rumba al mambo, passando per jazz rock, 16 beat e disco, con un range di tempo che va dai 68 ai 190 bpm.
L’album si apre con un omaggio al tastierista etiope Yichak Banjaw, con il brano Bichenya āzinanyu che si distingue per un suono avvolgente e caldo, impreziosito da synth soffusi e una ritmica minimale che esalta e valorizza le progressioni armoniche. La coda riprende sonorità cosmiche, conferendo al pezzo finale un tocco di brio inaspettato e coinvolgente.
Con A Fool’s Errand, Sun Ra Bullock si cimenta nell’esplorazione dei toni dell’organo Yamaha Electone A-55 N, creando una traccia stratificata che rende omaggio alla musica 8-bit, con un tocco innovativo, giocando con le ripetizioni.
Cumbia Dañada è una cumbia digitale dal ritmo semplice, impreziosita da effetti come il delay che mantengono la produzione viva e dinamica, evitando che si presenti monotona. Questa combinazione di elementi crea un sound fresco, capace di catturare l’ascoltatore dall’inizio alla fine.
Altri meriti vanno ad Andrea Parker e alla sua intramontabile Rocking Chair, da cui sono state tratte le progressioni di accordi di “Rocket Chair”. Infine, “Die Raupe” è dedicata ad Andrew Weatherall, scomparso nel 2020 dopo aver sfornato alcuni degli album e dei DJ set più influenti del suo tempo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.