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Planetarium, un’affascinante esplorazione sonora del sistema solare

Il nuovo album di Sonologyst si presenta come un’affascinante esplorazione sonora del sistema solare, un viaggio sonoro attraverso i dati raccolti dalle missioni della NASA e di altre agenzie spaziali.

Utilizzando i file di sonificazione dei dati forniti dalla NASA, Raffaele Pezzella trasforma segnali non udibili — come onde radio, campi elettromagnetici e fluttuazioni del plasma — in paesaggi sonori avvolgenti e ipnotici. Questo lavoro si distingue per la sua capacità di rivelare, attraverso la musica ambientale, le vibrazioni invisibili di pianeti, venti solari e territori cosmici al di là della nostra percezione umana. Un’ulteriore conferma dell’abilità di Sonologyst nel trasformare dati scientifici complessi in esperienze sonore coinvolgenti, questa opera rappresenta un approfondimento affascinante nello spettro sonoro dell’universo, un invito a ascoltare il cosmo in modo nuovo e immersivo.

Come si evince dalla traccia d’apertura, 67p-Churyumov-Gerasimenko comet, Sonologyst riesce a far coesistere in modo suggestivo texture profonde e punteggiature digitali, dando vita a un paesaggio sonoro complesso e stratificato. Il risultato è una texture soggetta a variazioni minime ma costanti, attraversata qua e là da delicate scie melodiche che conferiscono un senso di calore e introspezione all’intera composizione.

Se la prima traccia si limita ad esplorare i dati in forma pura e grezza, con Blue Neptune l’artista amplia notevolmente gli orizzonti, integrando i dati con glitch e modulazioni sonore che conferiscono al sound un senso di profondità e spazialità. Attraverso questa tecnica, l’intero lavoro scava nei confini dell’ambient-drone, creando un universo sonoro che si fa quasi matematico, in cui ogni elemento contribuisce a una ricerca continua di senso e di spazio.

Come suggerisce il nome stesso, Ultra Low Black Hole Frequencies è un’affascinante raccolta di basse frequenze, caratterizzate da un suono inquietante e ipnotico. La trama sonora, ricca di droni avvolgenti e penetranti, ha la capacità di espandere la mente e di svuotarla, creando un’esperienza immersiva e disturbante che stimola i sensi e il subconscio. Plutonian Transmissions riprende lo schema della seconda traccia lasciando emergere flebili distensioni ambientali.

Intrecciando un’infinità di frequenze e dati, gestite con sapienza e maestria, Sonologyst costruisce un paesaggio cosmico multiforme e multidimensionale, pur nel suo essere, in fondo, sempre ancorato alle radici della scienza e dei dati. Questa opera rappresenta, quindi, un’ulteriore conferma della capacità dell’artista di trasformare complessi segnali scientifici in esperienze sonore profonde e coinvolgenti, invitando l’ascoltatore a immergersi in un universo che, pur essendo plasmato dalla tecnologia e dalla scienza, mantiene un’anima poetica e contemplativa, un ponte tra il sapere empirico e la percezione sensoriale più profonda.



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