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Son Lux: tra concerti e colonne sonore

I Son Lux sono una band composta da Rafiq Bhatia, Ian Chang e Ryan Lott, un melting pot di culture e musiche, un bilanciamento tra la grezza intimità emotiva e le meticolose costruzioni elettroniche plasmate con una forte identità personale. Dopo la pubblicazione del triplo album Tomorrows e della colonna sonora di Everything Everywhere All At Once, il trio sarà in Italia per due concerti nell’estate 2022 e due date a Marzo 2023.

English

How are you guys? You basically have never stopped since 2020, first with the Tomorrows Trilogy and then with the Everything Everywhere All At Once soundtrack. How would you describe, from an emotional point of view, your last years?
It has certainly been a wild ride. We are simultaneously exhausted but also invigorated and inspired. The response to the film has been incredibly rewarding, and playing live again has brought us such great joy.
Let’s start with the blockbuster movie you worked on. Could you walk us through your creative process and tell us how the collaboration for Dan Kwan and Daniel Sccheinert’s movie started.
We were fortunate enough to be brought onto the project very early, before Daniels even started shooting the film. This is pretty unusual for film composers who are often brought into the process much later on in the film’s final stages. Daniels have such a great ear for music and a vision for how it can elevate the film’s narrative and provide a cohesive glue, in particular for a film that is jumping across so many universes. What was also great about working with Daniels is they saw the potential to not only of our collective work as Son Lux, but what each of us individually could bring to the score.
How different is the approach toward the creation of a soundtrack in comparison with a “normal” album?
Hopefully we don’t make normal albums, ha! The biggest difference is that a soundtrack is in service of the narrative and visuals of the film, whereas the album is its own world start to finish. That said, we want the soundtrack to work even on its own. The actual creation of the music and our process is not that much different, but it is like having additional members in the band when working on a film. The directors, the sound editors, and the acting on screen all informed our approach.
Everything Everywhere All At Once sees a lot of collaborations with names like David Bryne, Moses Sumney and André 3000. How did you choose those collaborations and how did you manage to organize all these featurings?
We knew this film would resonate with people and we saw it as a unique opportunity to engage some collaborators we might not have had the opportunity to work with otherwise. We also wanted to create the additional musical multiverses by engaging a wide range of collaborators. We like to work with musicians who bring their own unique language to their instrument/voice.
If you need to make a comparison between Tomorrows and Everything Everywhere All At Once, which one required more time to complete and which one was more challenging to create?
Not sure we can answer this one. They both presented their own unique challenges and both took a lot of time to create. But the film did require a particular timeline and working on a schedule that we did not control did present different challenges than working on our own music that is a little more fluid with timing of finishing.
Which character of Everything Everywhere All At Once do you feel most connected?
The Bagel.
You are going to have 4 concerts in Italy in the next months, what do you expect from the Italian audience?
We do not expect anything in particular from the audience, but we hope that the audience will come prepared to abandon their expectations and be willing to allow themselves to be immersed in an experience and a journey. The new live set is much more cinematic and immersive and vulnerable than our previous live performances. We hope that is what the audience experiences.
Which Italian artist would you like to collaborate with?
M¥SS KETA and the Pace brothers from Blonde Redhead.
How do you feel about your music? Do you have any project that you feel it’s still missing from your career and that you would like to accomplish in the next future?
We love this question. Thank you for asking this. We are in the process of asking ourselves this very question. Whatever we do we know we want to continue to challenge ourselves to explore beyond what is expected of us or expected by ourselves. We want to defy those expectations. We want to continue to surprise our fans and new fans, but in a way that feels simultaneously familiar and unfamiliar.
Italiano

Innanzitutto come state? Dal 2020 ad oggi non vi siete fermati un attimo, prima con la trilogia di Tomorrows e poi con la colonna sonora di Everything Everywhere All At Once. Come sono stati per voi questi ultimi anni dal punto di vista emotivo?

Sicuramente è stato un gran bel percorso. Siamo esausti e, allo stesso tempo, rinvigoriti e ispirati. I feedback sul film sono stati gratificanti, e suonare di nuovo dal vivo ci ha fatto sentire nuovamente un profondo senso di gioia.

Partiamo subito dal film campione d’incassiin America. Come è stato realizzare la colonna sonora, come l’avete sviluppata e come è nata la collaborazione per il film di Dan Kwan e Daniel Scheinert.

Siamo stati molto fortunati ad essere coinvolti nel progetto nelle sue fasi iniziali, addirittura prima che Daniels cominciasse le riprese. È una cosa non comune, dato che i musicisti di solito vengono chiamati quando un film è quasi nelle fasi finali di produzione. Daniels dà moltissima importanza alla musica e al modo in cui essa possa essere un fattore importante nella narrativa di un film. La musica è un collante, specialmente in un film che si muove attraverso diversi universi. Ciò che abbiamo apprezzato di Daniels è il fatto che abbia visto non solo il potenziale che potevamo dare come Son Luxì, ma anche come singoli musicisti.

Cambia il vostro approccio alla composizione nel caso della realizzazione di una colonna sonora?

La più grande differenza è che una colonna sonora è un elemento che si mescola con la narrativa e le riprese di un film, mentre un album è un mondo a parte dall’inizio alla fine. Detto ciò, il nostro obiettivo era far funzionare questa colonna sonora anche come lavoro a sé stante. La creazione del tutto non differisce tanto dal processo di creazione di un album “normale”: l’unica particolarità è che sembra che tu stia lavorando con membri aggiuntivi della tua band (direttori di produzione, editor del sound e gli attori comunque influenzano il tuo approccio creativo).

EverythingEverywhereAll At Once è ricco di collaborazioni, da David Byrne a Moses Sumney, passando per André 3000. Come le avete sceltee come è stato gestire tutti i featuring?

Sapevamo che questo film avrebbe attirato molte persone e abbiamo pensato che fosse un’opportunità unica per lavorare con persone con cui non avremmo avuto la possibilità di lavorare in altri contesti. Volevamo anche creare dei multiversi musicali aggiuntivi grazie alla collaborazione con tanti artisti. Ci piace lavorare con musicisti che hanno un qualcosa di unico in termini di linguaggio e musica.

A livello di tempo ed energie quale è stato più dispendioso tra Tomorrows e Everything Everywhere All At Once?

Ogni lavoro presenta le sue sfide ed entrambi hanno richiesto molto tempo per essere ideati. La differenza principale è che per il film abbiamo lavorato seguendo delle scadenze specifiche che non potevamo controllare, mentre lavorare alla nostra musica è un po’ più fluida come situazione in termini di tempistiche.

In quale personaggio di Everything Everywhere All At Once vi rispecchiate e per quale motivo.

The Bagel.

Sarete nei prossimi mesi in concerto in Italia per 4 date, cosa vi aspettate dal pubblico?

Non abbiamo aspettative riguardo il pubblico, ma speriamo che sia preparato a mettere da parte le proprie previsioni in modo tale da essere liberi di immergersi in una esperienza, come se fosse un viaggio. Il nuovo set live è più cinematico e immersivo, sicuramente più vulnerabile dei nostri passati concerti.

Ci sono artisti italiani con i quali vi piacerebbe collaborare?

M¥SS KETA e i fratelli Pace dei Blonde Redhead.

Prima di lasciarci, volevo chiedervi se musicalmente in questo momento siete appagati? Cosa finora non siete ancora riusciti a realizzare che vi piacerebbe fare in futuro?

Grazie per questa grandissima domanda. Siamo in un momento in cui ci stiamo proprio chiedendo questa cosa. Ciò di cui siamo sicuri è che vogliamo esplorare ciò che c’è oltre Son Lux, andare oltre ciò che ci identifica oggi. Vogliamo sfidare queste aspettative, continuare a sorprendere i fan vecchi e nuovi, ma in un modo che sia allo stesso modo familiare e sconosciuto.



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