Trascendenze Artificiali: Atto I, un rituale in continua evoluzione
Pubblicato il 3 giugno per l’etichetta olandese Strange Therapy, Trascendenze Artificiali: Atto I di Santa Cecilia & Semionauta si presenta come un’opera che trascende le categorie tradizionali. Più che un semplice album, si rivela un vero e proprio processo, un rituale in evoluzione che esplora le soglie dell’identità, la dissoluzione del significato e la tensione tra il naturale e il sintetico.
Attraverso paesaggi sonori ibridi, che mescolano vocalizzi gutturali, atmosfere influenzate dal doom, composizioni elettroniche sperimentali e strumenti costruiti su misura, Santa Cecilia & Semionauta creano un ecosistema immersivo e disturbante.
L’album, che rielabora e amplia il materiale sonoro della performance tenuta alla Manifattura Tabacchi di Firenze durante il Fabbrica Europa Festival 2023, appare come un paesaggio uditivo immersivo. Funziona sia come opera autonoma sia come eco dell’esperienza dal vivo, in cui ripetizioni ipnotiche e architetture sonore spigolose sfidano le convenzioni, invitando l’ascoltatore in un viaggio attraverso stati alterati e soglie inesplorate.
Nella prima traccia, Violini Stonati Atto I, il progetto unisce vibrazioni primordiali e suoni industriali che si prolungano nell’episodio successivo, Impro, caratterizzato da timbri aspri e stridenti. Non mancano momenti come Banjo Noise, in cui strumenti tradizionali si fondono con incursioni vocali, creando tracce viscerali che conducono l’ascoltatore in un viaggio mistico ai confini della mente umana.
Trascendenze Artificiali: Atto I è un rituale in continua evoluzione che sfida le convenzioni dell’ascolto tradizionale, che si configura come un processo aperto, un’esperienza che si trasforma a ogni ascolto, invitando l’ascoltatore a confrontarsi con le proprie percezioni e a esplorare le infinite possibilità di essere e di percepire.
In questo senso, Trascendenze Artificiali: Atto I si rivela un’esperienza sonora che invita a superare le barriere tra naturale e artificiale, tra sé e altro, in un continuo gioco di dissoluzione e ricostruzione.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.