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Creation: il racconto di una serata free jazz a Berlino

Prendiamo uno ad uno gli elementi: un’ora abbondante di avant-garde/free jazz; una sera nel 2012 nella città perfetta per un evento simile, Berlino; quattro professionisti del settore: Sabir Mateen al sassofono tenore, Christian Ramond al contrabbasso, Klaus Kugel alla batteria e Christopher Dell al vibrafono.

Considerando le premesse, dev’essere stata sicuramente una bell’esperienza per gli spettatori presenti all’A-Theme di Berlino la sera del 14 ottobre 2012. Sul palco c’era, infatti, la più vicina forma di collegamento fra il jazz d’avanguardia statunitense ed europeo.

Una fusione avvenuta, inevitabilmente, nello schema libero dell’improvvisazione e che trova la sua realizzazione in Creation, in uscita il 18 dicembre 2020 per 577 Records.

L’album è diviso in due segmenti, più un terzo disponibile solo in digitale. Ognuno di questi tre brani rappresenta una fase differente della performance, mai statica e in continuo divenire.

Creation (part one) è in questo senso l’apertura adatta per entrare nell’atmosfera del concerto. Il vibrafono traccia un tappeto musicale a dir poco perfetto, e gli altri strumenti ruotano attorno ad esso: la seziona ritmica è apparentemente slegata, ma il contrabbasso mantiene una sonorità certosina, permettendo alla batteria di muoversi con più libertà, prima di lasciare spazio, come spesso accade, al sax protagonista, che Mateen riesce dall’alto della sua esperienza ad ergere a poesia catartica.

Se la prima parte riusciva in 15 minuti a mettere insieme frenesia e riflessione, Creation (part two) nella sua mezz’ora abbondante mette ancora più in mostra le caratteristiche del pezzo precedente, ricreando la stessa atmosfera ma estremizzata al punto giusto. Sarebbe scorretto parlare di climax, perché la tensione musicale riesce ad essere costante, enfatizzando di volta in volta uno strumento, sapientemente accompagnato dagli altri.

Le prime due parti evidenziano, soprattutto, la classe dei quattro musicisti, che, nonostante l’improvvisazione, mostrano affiatamento ed alchimia fra di loro. A questo proposto la bonus track, Creation (part three), arriva in soccorso, offrendo un altro esempio di quanto appena detto: è, infatti, il più movimentato dei tre atti e i momenti per rifiatare sono davvero pochi, rimarcando la grande sinergia fra i protagonisti del concerto.

Creation è una bella e piacevole testimonianza di una serata che i partecipanti ricorderanno sicuramente in senso positivo. Per quanto la versione digitale non sarà mai in grado di ridare l’atmosfera di un jazz club berlinese in una sera autunnale, Creation è un album che farà felici gli amanti dell’avant-garde jazz, in un’inedita forma fusion fra Europa e America.




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