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Refraction Solo: la catarsi di Rodrigo Amado

Oltre alla folta categoria di “dischi da lockdown”, c’è anche chi ha espresso musicalmente le sensazioni vissute nel periodo pandemico in modo parzialmente diverso. Un caso che riguarda da vicino Rodrigo Amado, sassofonista portoghese fra i nomi di spicco del free jazz europeo, che ha approfittato di questi momenti da eremita non per produrre musica nuova ma per focalizzarsi su tutto ciò che sarebbe arrivato dopo.

Una ricerca interiore non manifestata con un disco in immediata uscita, ma con un’esigenza comune a buona parte dei musicisti: riprendere il rapporto con il pubblico. Ed è per questo che nel luglio 2021, quando i concerti e gli eventi ricominciavano ad imperversare nell’Europa continentale dopo un anno e mezzo di stop, Amado registra un live nella Igreja do Espirito Santo di Caldas de Rainha, Refraction Solo, pubblicato il 28 ottobre 2022 per Trost Records.

Una mezzora abbondante di musica, divisa in tre brani, in cui le traiettorie del sax tenore raccontano tutto ciò che era passato nella mente del Nostro: la fascinazione per un corno comprato un anno prima, la volontà di confrontarsi di nuovo con gli ascoltatori e i pezzi di Joe McPhee e soprattutto Sonny Rollins, spirito guida di questa sua sessione.

E proprio la prima traccia, Sweet Freedom, che con i suoi venti minuti occupa buona parte del disco, è un omaggio alla musica dei due maestri a partire dal titolo, che richiama Freedom Suite di Rollins e Sweet Freedom, Now What di McPhee. A colpire è proprio la funzione dialogica del brano, che pare mantenere costante un discorso sia con chi lo ascolta sia con sé stesso: alle melodie iniziali si sostituiscono passaggi man mano più ostici che portano al climax di metà brano, quando intorno al decimo minuto il sax sembra esplodere, prima di affievolirsi nuovamente e riprendere il discorso là dove l’aveva temporaneamente lasciato, alternando momenti di quiete a dissonanze repentine.

Un’improvvisazione coerente e paradossalmente studiata, come testimoniano anche i due episodi successivi più brevi: in A Singular Blow sembra esserci qualcosa proveniente da un’altra epoca, mentre la conclusiva Shadow Waltz spicca per eleganza e trasporto.

Refraction Solo è la testimonianza di un live breve ma intenso, una catarsi necessaria per Rodrigo Amado. Ad uscire in modo prepotente è la volontà di trasmettere idee e sensazioni attraverso un set d’improvvisazione e il risultato, per quanto ovviamente avvertibile in modo minore rispetto a chi era presente fra il pubblico, è sicuramente riuscito.



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