El tiempo de la disolución, un rituale pagano per tempi distopici
Tra le pieghe di un’epoca di crisi e dissoluzione, un nuovo rituale musicale emerge dalle ombre di Santiago de Compostela.
Registrato tra l’estate e l’autunno del 2024, El tiempo de la disolución, il secondo album di Ranter’s Bay & Pablo Orza, si configura come un’esplorazione sonora profonda e improvvisata, un’evocazione di tempi distopici e di una società in crisi.
Un’opera che, attraverso l’interazione tra voce, strumenti ed elettronica, si propone come un rituale pagano, un atto di riflessione e critica sul sistema attuale, immerso in un paesaggio sonoro intriso di tensione, spiritualità e inquietudine.
Nel primo brano, Iso, la voce di Pablo Orza, ridotta a un sussurro, si erge con chiarezza e vibrante intensità, fungendo da guida attraverso il paesaggio sonoro creato dalle correnti sintetiche di Ranter’s Bay. Apparentemente fragile e esile, questa traccia si rivela invece sorprendentemente ricca di dettagli, esplorando un vasto territorio di musica elettroacustica punteggiata da improvvisi sussulti concreti che catturano l’attenzione e coinvolgono l’ascoltatore in un viaggio sensoriale avvolgente e suggestivo.
In The Cave, si percepisce tutta la forza del rito di Ranter’s Bay & Pablo Orza. La parte ritmica, dal sapore tribale, scandisce con intensità l’accumulo di voci campionate, che si intrecciano con la quella inizialmente modulata di Orza. Il suono si trasforma così in una marea emozionale, un’onda travolgente guidata dalle voci che spingono il brano verso una dimensione liminale, sospesa tra realtà e sogno, coinvolgendo l’ascoltatore in un viaggio sensoriale di grande impatto.
Ci sono momenti in cui il suono ribolle come un magma incandescente, creando un’immagine vibrante e intensa come Invocazione, una traccia che si distingue per la sua energia pulsante, dove gli archi si mescolano abilmente con elementi elettronici e chitarre distorte, diventando il centro nevralgico dell’album.
L’album, pubblicato tramite Kaczynski Editions, emerge come un flusso armonico e ipnotico, una poetica suggestiva attraversata da vortici di musica elettroacustica e manipolazioni concrete. Si presenta come un rituale sonoro che invita all’introspezione e alla riflessione, offrendo una sorta di riappacificazione con i tempi distopici che stiamo vivendo. In questo modo, El tiempo de la disolución si configura non solo come un’esperienza musicale intensa, ma anche come un atto di resistenza e di ricerca di senso in un mondo in crisi, lasciando all’ascoltatore un’impronta indelebile e un invito alla contemplazione di un futuro incerto ma fertile di possibilità.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.

