I PK-FK sulla strada giusta per il futuro
Dopo due anni dall’uscita di All the Orange Elephants (Part 1 & Part 2), i PK-FK tornano con un nuovo capitolo discografico: L’ascesa e la caduta di un errante pastore siberiano, pubblicato per Errata Porridge.
Francesco Peirce Caldini e Alex Spalck confermano il loro caratteristico sound, mantenendo intatta l’energia e le sfumature dei loro lavori precedenti, ma questa volta il loro nuovo album si distingue per un’importante scelta artistica: tutti i nove brani sono in italiano e affrontano tematiche legate ai tempi difficili che stiamo vivendo.
Il risultato è un’opera intensa, che unisce il rock potente del duo, impreziosito da influenze post-punk e new wave, a testi profondi e riflessivi, capaci di rispecchiare le inquietudini di un’epoca segnata dall’incertezza e dalla lotta interiore.
Fin dal primo ascolto, si rimane colpiti dall’impostazione cantautorale di La morte è un difetto di programmazione. Questa canzone, una riflessione profonda sulla morte percepita come un “bug” nel sistema della vita, si distingue per la sua struttura essenziale e minimalista, dominata dall’accompagnamento della chitarra. È sorprendente come, nonostante l’argomento complesso e universale, il brano riesca a esprimere un’intima semplicità, regalando un ascolto che affascina e invita alla riflessione, grazie a questa genuina impostazione cantautorale.
Già dal secondo brano invece ritorniamo nella dimensione più consona al duo: chitarre distorte e sezione ritmica corposa ma essenziale fanno di Stolto e ramingo io me ne andrò un brano nel classico stile alla PK-FK.
Con Dachelluna (Futurismo) emerge il lato più elettronico del duo, con una linea di synth basso che subito cattura l’attenzione e domina la scena. Il testo ruota attorno alla ricerca di sé stessi, alla ribellione contro le convenzioni e alle sfide di evolversi e ricostruirsi, cantato quasi sottovoce per dare maggiore risalto alla musica stessa. Sul finale, il duo accelera in pieno stile punk, richiamando l’irruenza dei CCCP, creando un crescendo coinvolgente che lascia il segno.
Si ha l’impressione ascoltando L’ascesa e la caduta di un errante pastore siberiano di essere di fronte a un album di transizione per i PK-FK: il duo sembra voler spingere oltre quanto già fatto, sperimentando nuove strade sia nei testi sia nel cantato in italiano. A un primo ascolto, questa scelta può apparire non sempre perfettamente a fuoco, come se il progetto fosse ancora in fase di assestamento. Tuttavia, questa sensazione si dissolve presto: l’album richiede un ascolto più attento e ripetuto, perché solo così si possono cogliere le sfumature e la profondità di un’opera che si rivela lentamente. È un disco che invita alla riflessione e alla scoperta, dimostrando che i PK-FK sono sulla strada giusta per il futuro, pronti a evolversi e a confrontarsi con nuove forme espressive senza perdere la loro energia e identità. In questa fase di sperimentazione, il duo dimostra coraggio e visione, lasciando intravedere un percorso artistico ricco di potenzialità.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.

