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Passato e presente nel Mediterraneo di Paolo Angeli

Si fa fatica ad etichettare la musica di Paolo Angeli, così com’è altrettanto ostico definirlo semplicemente “chitarrista”, lui che, a conti fatti, è un vero e proprio artigiano dello strumento, a partire dal modo in cui la chitarra viene preparata e modificata.

E se nel corso della sua lunga carriera è stato più volte fatto notare che lo strumento sembra essere una sua vera e propria estensione, è inevitabile pensarla così anche dopo aver ascoltato gli otto brani di Lema, in uscita il 9 maggio 2025 per AnMa Productions. Una fusione tra artista e “chitarra” rispecchiata sin dal titolo, dato che Lema in spagnolo significa “motto”, in quest’ottica una totale assimilazione tra sonorità d’avanguardia, tradizione sarda (buona parte dei testi è tratta da poesie popolari galluresi e logudoresi) e l’utilizzo di elementi percussivi e da camera espressi sempre tramite le corde del suo strumento.

Tutti elementi già noti per chi segue e apprezza Angeli da tempo, ma che in questo nuovo disco trovano ancora nuovi spunti da poter seguire. Se in apertura Periplo prepara il terreno a suon di arpeggi, Sciumara indaga l’intero Mediterraneo, le sue tradizioni (e contraddizioni) attraverso un folk delicato ed essenziale, prima di evolverlo in chiave avanguardistica nella suite Mavì, oltre undici minuti in cui sembrano racchiudersi tutte le influenze del canzoniere di Angeli: avant-folk, improvvisazione, echi di musica da camera, trame di chitarra a metà fra l’ambient e la psichedelia.

Il presente entra a gamba tesa in Nakba, una poesia palestinese tradotta in gallurese, la cui natura inevitabilmente drammatica è in parte affievolita dalla successiva Conca Entosa, un ritorno sui più rassicuranti lidi folk. In chiusura, la doppietta Ramadura / Sun Ra spinge l’acceleratore sulla componente noise/free improvvisation.

Autore prolifico e inossidabile sperimentatore, la formula di Paolo Angeli è ormai inscalfibile come possono essere gli insegnamenti di un vero e proprio maestro. Se il corpus sonoro di Lema è quello “classico” di molte delle sue precedenti uscite, è nei dettagli che si nascondono sorprese e intuizioni da scoprire. Un lavoro di fino che riporta, inevitabilmente, all’artigianato.



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