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Once I Died, tra caos e sogno

Once I Died, nato nel 2022 come progetto solista di Gianluca Rimei, ex membro del duo techno-industrial Calle Quevedo e di numerosi altri gruppi in veste di batterista (tra cui Beatrice Antolini, Il Genio e Lowbrow!), si trasforma in un duo con l’ingresso stabile del cantante Valerio Pascucci. Questa collaborazione amplia la loro palette sonora, mescolando noise, doom, shoegaze ed elementi sperimentali per creare un sound personale e suggestivo, ricco di atmosfere intense e distintive.

Il secondo lavoro discografico del duo, Will I Die? No, rappresenta molto più di un semplice album: è un viaggio sonoro e spirituale nato da un’esperienza psichedelica immersa nella natura selvaggia.

Ispirato da un incontro magico con un luogo mistico chiamato Villa Daino, il disco cattura l’essenza di un momento di introspezione e trascendenza, trasformandolo in un’esplorazione musicale che oscilla tra caos e sogno.

Will I Die? No si apre sulle note di Karma Failure; l’atmosfera è già intensa fin dall’inizio, con il duo che dà vita a un brano in cui la texture ipnotica si mescola a una sonorità monolitica e potente. Un connubio tra elettronica dilatata e synth di stampo dark wave, che ricorda il sound dei Massive Attack, creando un’esperienza sonora avvolgente.

Durante i suoi sette minuti, Digital Scar si evolve incessantemente, passando da un inizio caratterizzato da un sound abrasivo e scandito da una ritmica marziale, alle melodie centrali che offrono un attimo di respiro, prima di tornare a scagliare bordate affilate e ruvide con i synth.

Selva si presenta come una lunga litania psichedelica in crescendo, tra ritmiche tribali che richiamano un passato ancestrale e vibranti stratificazioni di sintetizzatori che generano un senso di spaesamento. È una traccia che oscilla tra la sacralità primitivista e la decadenza post-industriale, creando un paesaggio sonoro avvolgente e perturbante.

Gli Once I Died attraverso distorsioni pesanti, melodie vocali eteree e aggressive, invitano l’ascoltatore a riflettere sulla natura dell’ego e dell’eternità della coscienza, lasciando emergere paesaggi sonori intensi e mistici, in equilibrio tra luce e oscurità.



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