Cronache del ghiaccio e dell’ambient: la sfida di øjeRum
Non si può certo dire che øjeRum, alter ego di Paw Grabowski, sia uno che se ne sta con le mani in mano se consideriamo che Drømme I Langsomt Stof, in uscita il 19 settembre 2025 per Glacial Movements, è la quinta pubblicazione nell’anno corrente. Artista, sound designer e, ovviamente, musicista, il danese ha pubblicato album con le etichette 12k, Room40, LINE, IIKKI e Opal Tapes, divenendo un nome più che consolidato nella scena underground sperimentale di stampo ambient/drone.
Se musicalmente le coordinate sono ben in evidenza, è interessante notare come il Nostro, di pubblicazione in pubblicazione, riesca a trovare costantemente nuovi stimoli per legare suoni e immagini, da sempre suo obiettivo primario. In questo caso lo spunto arriva dalla registrazione del ghiaccio di un lago, osservando e incanalando i suoi movimenti a tratti impercettibili in un unico lungo brano di 45 minuti.
Pervade nell’intera durata, com’è logico aspettarsi, una certa tensione minimalista, che ben si sposa con il lieve ma costante suono del ghiaccio, che sembra sgretolarsi e riformarsi come una materia organica. Ma il vero pregio dell’album è il modo in cui øjeRum riesce a rendere tutto sommato dinamico un concept apparentemente statico: la freddezza del ghiaccio resta una mera questione fisica e non musicale, dato che ad emergere, minuto dopo minuto, è un mondo onirico e meditativo, sicuramente angosciante ma mai asettico.
Sta dunque nelle pieghe del ghiaccio che si sgretola l’emozione di un disco che a prima vista sembra privo di qualsiasi sentimento umano. Una meditazione, prima di tutto, che si apre e chiude su sé stessa, restando criptica eppure viva nel suo evocare reminiscenze appartenenti a un mondo lontano. In quest’ottica sembra di poter evocare memorie del filone hauntology, come se dalle profondità del lago ghiacciato emergessero ricordi capaci di dare improvvisi guizzi ai droni costanti e statici.
Difficile descrivere un album come Drømme I Langsomt Stof, ostico e sicuramente di nicchia, ma che renderà felici gli amanti del genere dato che øjeRum è riuscito a dar vita a qualcosa di nuovo in un mondo sonoro che ormai troppo spesso sembra ripetersi in continuazione senza aggiungere molto a quanto già detto. Come spesso accade in casa Glacial Movements, invece, stavolta la sostanza, al netto dei gusti, è sicuramente una boccata d’aria fresca in ambito ambient/drone.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.