Nils Frahm: un’immersione sonora nella profondità del pianoforte
Nel silenzio che precede la notte, quando le luci si abbassano e il mondo sembra sospendere il fiato, la musica di Nils Frahm trova il suo spazio più intimo e profondo. Con Night, pubblicato il 9 maggio tramite Leiter, il prolifico compositore tedesco ci guida ancora una volta in un viaggio sonoro dove la purezza e l’essenza del pianoforte diventano i protagonisti assoluti.
Lontano da ogni artificio o sovrastruttura, Frahm dimostra ancora una volta la sua maestria nel distillare emozioni complesse in forme musicali di disarmante semplicità.
Night si rivela una sintesi di tenerezza e romanticismo, un invito a perdersi nella bellezza di uno strumento che, nelle mani di Frahm, celebra la forza della quiete nella sua forma più nuda e sincera, ricordandoci la potenza e la profondità delle emozioni più pure.
Il seguito di Day è una raccolta di composizioni per pianoforte solo, registrate con l’eccezionale Klavins M450. Questa nuova opera prosegue idealmente il percorso intrapreso con album come The Bells (2009), Felt (2011) e Screws (2012), mantenendo intatto quel carattere profondamente meditativo e introspettivo che ha conquistato ascoltatori in tutto il mondo.
Night si apre con il ritmo lento e le melodie minimali ma efficaci di Wesen, un brano essenziale, intimo e splendidamente intricato. Questo pezzo iniziale dà subito l’idea della natura più sommessa e raccolta che si trova al centro di questa raccolta di trenta minuti.
La successiva traccia, Monuments Again, emerge con progressioni di stampo jazz che velano una dolce malinconia. Qui, l’uso sapiente degli spazi tra le note diventa un elemento distintivo, conferendo loro un’importanza pari alla musica stessa. La registrazione, straordinariamente vivida, cattura l’organicità del pianoforte in modo così dettagliato da immergere l’ascoltatore nello strumento, permettendogli di percepire ogni minimo dettaglio meccanico e respiro accanto alle note cristalline.
Night di Nils Frahm non è solo un album da ascoltare, ma una vera e propria esperienza sonora. È un invito a rallentare, a cogliere le sfumature e a lasciarsi avvolgere dalla bellezza dei piccoli dettagli. È come la sfumatura di colore quasi impercettibile in un dipinto, quella che solo un occhio attento può cogliere, ma che conferisce profondità e vita all’intera opera. In questo senso, è una lettera d’amore al pianoforte, dove i tocchi più leggeri e le sfumature più lievi creano una ricchezza sorprendente.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.