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APÓLEIA, un gesto di denuncia e di empatia

In un mondo segnato ancora da conflitti e cicatrici di guerre, Nicola Olla torna con un nuovo lavoro che si propone come un esorcismo musicale e un atto di ribellione silenziosa.

APÓLEIA non è solo un album, ma un gesto di denuncia e di empatia, un omaggio alle storie più toccanti della mostra World Press Photo al MuA di Sinnai, per la quale Olla ha curato la colonna sonora.

Con note stonate, arpeggi frammentati e ritmi fuori tempo, Olla ci invita a confrontarci con la cruda realtà del nostro tempo, senza maschere né ambiguità.

Mentre in sottofondo il rumore delle onde echeggia, i field recording si dissolvono progressivamente, lasciando spazio ai sintetizzatori. La traccia Tbilisi si apre con un sound impetuoso, con Olla che sviluppa lentamente un tappeto di synth destinato a crescere in intensità. Man mano, questa base sonora si impregna di ronzii e distorsioni, creando un muro sonoro invalicabile e avvolgente che trasporta l’ascoltatore in un viaggio tra calma e caos.

In Trami, il nostro artista crea un ambiente sonoro soffocante, caratterizzato da synth taglienti e vibranti che costituiscono la struttura portante del brano. Si tratta di un loop ripetitivo che trascina con sé tutto ciò che trova, ammorbidendosi progressivamente sul finale grazie alla presenza degli strumenti a corde, che costituiscono il punto di congiunzione con la traccia successiva, Dahiyeh. La quarta traccia, la più lunga dell’intero album, si presenta come un’esperienza allo stesso tempo opprimente e liberatoria: Olla costruisce lentamente un pezzo di matrice dark ambient, ponendo l’attenzione sui pattern della chitarra e sottolineando i passaggi in crescendo con rumori di base e droni atmosferici, creando un’atmosfera intensa e avvolgente.

In Kivu, Olla cambia ancora registro: sebbene la malinconia di fondo rimanga presente, la tempesta di suoni si placa, lasciando spazio a melodie ariose e scintillanti eseguite al piano, che si destreggia con maestria su un tappeto di archi. Questo brano, intenso nella sua semplicità, richiama lontanamente le atmosfere dei Sigur Rós, offrendo un momento di pura emozione e riflessione all’interno dell’intera opera.

In un mondo ossessionato dalla perfezione e dall’ordine, Nicola Olla sceglie di ascoltare e celebrare le storie di chi è stato segnato dal dolore, dalla perdita, dalla rottura. APÓLEIA si presenta così come un silenzioso omaggio alle voci più profonde e toccanti della World Press Photo di quest’anno, un invito a confrontarci con la realtà senza filtri né maschere.

Un album da ascoltare tutto d’un fiato, che ci accompagna in un viaggio immersivo tra caos e calma, dolore e speranza, invitandoci a riflettere sulla bellezza nascosta nei frammenti di ciò che è rotto. È un gesto di ribellione silenziosa, un’esortazione a non dimenticare le cicatrici, perché sono proprio loro a raccontare le storie più autentiche e profonde del nostro tempo.



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