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Naresh Ran, il Re Dei Re… Minore

Naresh Ran è senza ombra di dubbio uno dei personaggi più importanti nell’underground italiano contemporaneo. Il deus ex machine di Dio Drone ha contribuito alla diffusione di sonorità sperimentali tramite la pubblicazione di album, organizzazione di eventi, il tutto con quel modus operandi che sposa la politica della condivisione e del Do It Yourself.

Instancabile come sempre, a pochi giorni dal suo quarantunesimo compleanno e a due anni da Martyris Bukkake, esce Re Dei Re Minore, pubblicato il 23 ottobre tramite l’olandese Breathe Plastic Records e l’italiana Toten Schwan Records.

Da inguaribile viaggiatore, Re Dei Re Minore è un lavoro “nomade” registrato on the road, in strada, nei boschi o durante viaggi notturni tra Praga, Pennabilli, Tenno e Firenze, nato ricercando una nuova prospettiva sonora.

Se da un lato l’urlatore degli Hate & Merda, «grida per superare il ronzio assordante che ha nelle orecchie» (da Ingannevole è il cuore più di ogni cosa – J.T. Leroy), con questo nuovo capitolo tutto suona in equilibrio, con una calma mistica e profonda.

I dodici minuti di kutna_hora disegnano un paesaggio sonoro sospeso e terapeutico, il mezzo per guardare nell’animo di Naresh attraverso rumori, field recordings, voci e ronzii. I suoni vengono modellati con profondo rispetto senza alterarne l’aspetto naturale mentre la componente umana si manifesta con i suoni gelidi e il bordone rumoroso annichilito da un improvviso silenzio. Il lato più intimo e delicato di Naresh viene svelato con Veglia. Il suono di un carillon viene processato filtrandolo in un arpeggiatore, ne deriva un fluttuare incessante e in crescendo che diventa la colonna sonora della notte.

Re Dei Re Minore è come osservare la luna nel cielo, a seconda da che punto la si guardi si può cogliere la bellezza in ogni sua forma. A_r per esempio è un ventaglio di sonorità diverse, dall’ambient più classico al post-rock, con un mood che oscilla tra l’angosciante e l’ancestrale.

Anche Re_minore è pervaso da un’atmosfera algida, la calma apparente aspetta solo da un momento all’altro di esplodere in un impeto di rabbia liberatoria. Naresh legge in maniera concitata il testo tratto da Ingannevole è il cuore più di ogni altra cosa di J.T. Leroy. Sullo sfondo il tappeto sonoro enigmatico esalta l’urlo finale come una preghiera accolta dal silenzio.

Re Dei Re Minore è un lavoro personale e introspettivo, un’esperienza nuova e interessante da accogliere con un rispetto quasi mistico. L’album suona come «un dolore che brucia come una tortura ma che conforta ed eccita più di una carezza o di un bacio» citando ancora J.T. Leroy. Un elemento essenziale per la crescita artistica di Naresh Ran che riflette le possibilità di nuovi viaggi sonori alla scoperta del “Re dei Re”.




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