I Múm alle prese con il silenzio
Mancavano addirittura dal 2013 gli islandesi Múm, quando il non esaltante Smilewound sembrava aver portato a un punto statico la loro proposta. Maestri di un certo tipo di indietronica nel senso più ampio del termine, i Nostri tornano con History of Silence, in uscita il 19 settembre 2025 per Morr Music.
Due anni di gestazione per otto brani e poco più di mezzora di musica, ad un primo ascolto ciò che appare subito evidente è quella ricerca della melodia da sempre presente nel sound degli islandesi, stavolta cercata (e spesso trovata) con tutti i mezzi a disposizione.
Ad esempio, Miss You Dance in apertura attinge a piene mani da un certo tipo di art pop di memoria Sparks, dando vita a un brano sereno e arioso come sarà effettivamente l’intero album. Giocando fra elettronica, sonorità acustiche, voci che si rincorrono per poi trovarsi proprio nella dimensione melodica prima citata, ogni pezzo sembra voler di proposito distruggere quel silenzio evocato nel titolo dell’album.
I brevi momenti di effettivo silenzio possiamo trovarli in Mild at Heart, ma anche in questo caso li troviamo in funzione tutt’altro che criptica, quanto tesi ad esaltare la restante componente musicale. Il calore di Avignon vive di voce e piano, mentre l’elettronica emerge soprattutto fra le pieghe della successiva Only Songbirds Have a Sweet Tooth.
Il gioco di silenzi rientra in Our Love is Distorting, stavolta in modo ancora più labile e sottile, con una prima parte del brano apparentemente confusa per poi prendere forma con il passare dei minuti. In chiusura I Like to Shake fonde sapientemente dimensione acustica ed orchestrale.
Sorprendenti rispetto a come li avevamo lasciati, i Múm danno vita a un disco colto e stratificato, anche se forse un po’ freddo. L’uso dei silenzi non sarà una novità, ma l’accortezza e la modulazione con cui sono stati adoperati è un lavoro di artigianato in cui si rivede il lato migliore del gruppo islandese: History of Silence è un piacevole ritorno.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.