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Manuel Zito: il potere delle coincidenze

A quasi un anno dall’Ep Music saves our souls, il pianista e compositore campano Manuel Zito riprende il percorso intrapreso con il primo disco Fernweh, un viaggio all’insegna della musica classica contemporanea impreziosita da suggestioni elettroniche.

La seconda tappa di questo viaggio si chiama Coincidences, il nuovo album è un manifesto autobiografico che fa riferimento ad avvenimenti personali dell’artista (coincidenze, appunto), undici composizioni nelle quali Zito unisce suoni acustici (piano, quartetto d’archi) a suoni elettronici (synth, drum machine).

L’album si apre con Absences, traccia che ha anticipato l’uscita dell’album. Un’ambientazione profonda nella quale convivono il candore del pianoforte, la malinconica eleganza degli archi con l’impeto dei sintetizzatori, un brano che parla di assenza di figure centrali nella vita di una persona come un genitore. Il finale minimalista dettato dal dialogo tra elettronica ed archi è una sorta di riflessione e presa di coscienza riguardo la vita.

Una soave melodia quella di Morning Dew, il brano nasce da un arpeggio suonato con l’Ipad che lentamente cresce accompagnato dalla fluente cascata di archi. Zito dipinge un morbido tappeto sonoro che trova il suo massimo compimento nel finale con l’utilizzo della celesta che aggiunge un tocco percussivo nella composizione.

Heartbeats lascia respirare il pianoforte dandogli slancio con degli effetti (delay e riverbero) ed arricchendo il brano con pulsazioni elettroniche. La parte finale, col quartetto d’archi entra con un ostinato ritmico, cerca di proseguire il ritmo incalzante della composizione che si spegne con una piccola melodia di una celesta dando all’ascoltatore come la sensazione di fluttuare.

Metamorphosis è l’unica composizione per piano solo di Coincidences, un brano dai suoni nitidi e potenti che lentamente cresce in un vortice ossessivo accarezzandoti delicatamente.

Coincidences è un album che si muove su coordinate emotivamente forti e vivide: un’opera matura nel quale si alternano momenti di una bellezza disarmante ad altri di nei quali Zito tende di più asperimentare, portando avanti un discorso legato al doppio binario modern classical/elettronica.




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