Moho Abyss, un viaggio sonoro che si addentra nelle profondità dell’ignoto
In Moho Abyss, P.U.M.A. si confronta con la figura storica della musica industriale italiana, Maurizio Bianchi, in un viaggio sonoro che si addentra nelle profondità dell’ignoto.
Il nuovo lavoro pubblicato dall’iconica etichetta tedesca Attenuation Circuit, emerge come un’odissea immersiva tra atmosfere misteriose e droni avvolgenti.
Con Luca Valisi e Monica Calanni Rindina che tessono trame sonore con l’uso di sintetizzatori, effetti e registrazioni sul campo, e Bianchi che manipola e filtra suoni, il risultato è un’esperienza sonora che sfida le percezioni, rivelando solo l’illusione di un abisso nascosto.
Composto tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 nello studio OYPTCEM di Opera, questo lavoro si presenta come un mondo di suoni emersi, separati e frammentati, un universo di infinite possibilità che si dissolve nell’oscurità, lasciando un mistero insondabile all’orizzonte.
In tracce come A innate Clockwork Orange, il trio riesce a raggiungere picchi di vivida intensità, lasciando che questa forza espressiva si fonda e si disperda in un’atmosfera onirica. Tra le onde sonore emergono registrazioni di suoni cavernosi e sottili note di synth, stratificate tra droni che creano un paesaggio sonoro che rivela un impeccabile senso di dimensioni e movimento. È un brano che coinvolge i sensi e trasporta l’ascoltatore in un viaggio tanto immersivo quanto evocativo, testimonianza di un talento capace di giocare con le emozioni e le atmosfere più profonde.
Сталкер persecution si presenta come un flusso di basse frequenze impreziosito da campioni vocali, che conferiscono alla composizione l’evocazione di una sonorizzazione di un film muto. Frammenti sonori, manipolazioni e rumori si combinano in un’armonia avvolgente e ipnagogica, creando un paesaggio sonoro che induce all’alienazione e alla contemplazione. Un’esperienza sonora intensa e immersiva, capace di trasportare l’ascoltatore in un universo sospeso tra memoria e sogno.
Nel corso dell’album, non mancano momenti in cui le forze oscure si incontrano con la psichedelia, creando atmosfere di grande tensione e fascinazione. Un esempio su tutti è La fibreuse cicatrice intérieure, un brano dal sound inquietante e avvolgente, in cui i tre musicisti giocano abilmente a mescolare le carte, passando da folate di droni e oscillatori irrequieti a pattern di synth melodici e luminosi. È un gioco di contrasti che, sebbene apparentemente opposti, si completano perfettamente, rivelandosi infine una scelta musicale azzeccata e riuscita, capace di coinvolgere l’ascoltatore in un viaggio tra oscurità e luce, tensione e poesia.
Ascoltando Moho Abyss, si percepisce chiaramente come P.U.M.A. e Maurizio Bianchi abbiano infuso nell’album ciascuno il proprio universo sonoro, creando un dialogo intenso tra due mondi musicali distinti ma complementari. Attraverso il confronto e l’interazione di atmosfere oscure, droni avvolgenti e frammenti di suoni manipolati, il risultato è un sound che, nello scontro tra le correnti, apre a nuove possibilità espressive e profonde. Un lavoro che si lascia apprezzare fin dal primo ascolto, rivelando nel suo complesso un’esperienza sonora immersiva, ricca di tensione e suggestione, capace di catturare e trasportare l’ascoltatore in un’odissea nell’ignoto.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.

