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Lorenzo Stecconi: il percorso interiore verso il Sé

Per chi come me ha visto gli Zu dal vivo diverse volte, Lorenzo Stecconi se lo ricorda sicuramente dietro al banco dei suoni della formazione capitolina, a lungo impegnato come ingegnere del suono e collaboratore della band di Pupillo & Co.

Amante delle sonorità estreme e sperimentali, Stecconi è stato il fondatore e chitarrista dei Lento, band sludge-doom metal con i quali il nostro ha pubblicato quattro album rilasciati per etichette del calibro di Supernatural Cat e Denovali Records.

Dopo una importante carriera come produttore e fonico, finalmente esce l’esordio solista di Lorenzo Stecconi, il suo primo lavoro per chitarra sola, pubblicato da Subsound Records il 9 giugno 2023.

Ambula ab intra che deve il nome a un antico motto alchemico che in latino significa “Cammina dentro te stesso”, è stato registrato solo ed esclusivamente con la chitarra elettrica con la quale esplora le soglie del subconscio con droni pesanti, fragili paesaggi sonori e melodie ossessionanti, realizzando un disco tra ambient e drone music da ascoltare a tutto volume.

Ambula ab intra si presenta come un viaggio onirico e ipnotizzante suddiviso in quattro paesaggi sonori, un lavoro malinconico e introspettivo che scava nelle profondità della psiche.

End of a Dream è una sinfonia ambient, ariosa e imponente, una foresta di droni cupi squarciata dal suono vibrante della chitarra. Avvolta da un’atmosfera plumbea, la struttura del brano è composta da strati di droni fragili, dalle impercettibili oscillazioni, che danno un senso di profondità alla traccia. La composizione è scandita dalle sferzate di chitarre distorte che fungono da guida per un percorso meditativo alla ricerca del proprio Io.

Mentre nella prima traccia i droni tendevano ad essere più statici, con la title track c’imbattiamo in un mare di suoni dilatati, allungati, droni fluttuanti che creano un perenne senso di movimento. Lentamente il suono della chitarra si gonfia, diventa tremolante, utilizzato come se fosse un sintetizzatore, le cui lente ondate di distorsioni e subfrequenze soffocanti toccano picchi altissimi di lirismo.

In chiusura The Oneironautics riprende la struttura della prima traccia con la differenza nella chitarra sommessa, ma non sempre tenebrosa che infonde momenti di estrema delicatezza.

Al primo album solista Lorenzo Stecconi sperimenta il percorso interiore verso il Sé e lo fa con un lavoro in cui la chitarra, seppur suonando in maniera non convenzionale e senza cadere in banali cliché, è la vera protagonista di un album che si colloca a metà strada tra Steve Von Till e Rafael Anton Irisarri.



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