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Spots: un’altro modo di concepire l’indietronica

Sono passati quasi dieci anni da Meshes (2016), ultimo disco pubblicato a nome Joasihno, progetto di Cico Beck (The Notwist) poi divenuto duo con l’ingresso in pianta stabile di Nico Sierig.

La formula, più o meno costante nella loro discografia, è inevitabilmente un’indietronica contaminata con il pop inteso nel modo più libero e variegato possibile: melodie indie, atmosfere ambient, sperimentazioni inaspettate giocando con l’elettronica e il lo-fi.

Il nuovo album, Spots, in uscita il 7 novembre 2025 per Alien Transistor, mantiene tutte queste premesse allargando inevitabilmente il discorso, arrivando a menzionare nella press release una lunga serie di disparate influenze sonore: “Reich, Riley e Ryuichi, mum, Meek e Moondog”, oltre ad altri duo sperimentali (vengono esplicitamente citati i Books).

Nomi di primissimo ordine e che, al netto delle solite esagerazioni dei presskit, aiutano a collocare almeno idealmente i dieci brani del disco: minimalismo, sound collage, folktronica e via discorrendo.

Ed effettivamente già l’opening track 2 Squares sembra contenere diverse delle influenze appena citate; una base 8-bit fa da tappeto per costruzioni elettroniche di stampo indie/folk-tronica, prima di un’inaspettata esplosione sonora nel finale. Se i glitch della title-track appaiono piuttosto telefonati, ben più interessanti sono i ritmi quasi motorik di Forest Lights, che accompagnano l’ascoltatore per l’intera durata di un brano sfaccettato e in continua evoluzione, probabilmente apice del disco.

Characa Orb. è un’allucinazione di ritmi gitani declinati in chiave elettronica, mentre Deep Moon cambia radicalmente le cose posizionandosi su territori ambient, ulteriormente esplorati, stavolta in chiave pop/lo-fi, in Detune Lagoon. Chiude Death Is Real, forse il brano che più di tutti si avvicina alla forma canzone.

Spots è un album ricco di ispirazioni, forse anche troppe, ma il progetto Joasihno non ha mai lesinato sulla quantità di spunti sonori. A metà fra un divertissement e un modo altro di declinare l’indietronica rispetto ai canoni del genere, il risultato è un buon disco in piena linea con gli altri del progetto.



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