La prima cosa che ti viene in mente quando ascolti gli Hate Moss è che il suono, la musica, ti sta avvolgendo per intero la scatola cranica, le membra, ed arriva a toccarti nel profondo anche l’anima. Il ritmo dei loro brani, la pungente armonia, ti obbligano al movimento, riducendo a zero la possibilità di un ascolto passivo. Uno di più grandi meriti di questo duo Italo-Brasiliano, è quello di essere capace di coinvolgere subito l’ascoltatore, trascinandolo nel loro “mondo-musicale”.
Mercimek Days è il titolo del nuovo Ep degli Hate Moss: Tina (voce e componenti elettronici) e Ian (voce e batteria). Il duo, dopo un lungo periodo trascorso in giro per l’Europa e il Sud America, dove non hanno fatto altro che suonare ininterrottamente, hanno deciso di realizzare un lavoro in cinque tracce che potesse, in qualche modo, racchiudere la loro anima più profonda, la loro essenza più viva: quella Live, sottolineando l’energia e la potenza che li contraddistingue.
L’Ep si compone di un brano inedito. AIKNOW in versione studio, e da tre tracce registrate dal vivo nel marzo 2025 al Karga, un bar nel quartiere Kadikoy sulla sponda asiatica di Istanbul. Tra i brani live troviamo una versione alternativa della stessa AIKNOW, il brano Remake the Time (Parte 1 e Parte 2) e Birdaha, brano cantata in turco e realizzato in collaborazione con Mutlu Oral, musicista e fondatore dell’etichetta Mevzu Records.
La musica degli Hate Moss è difficile da definire: per volontà dei due componenti, il loro genere si sottrae ostinatamente a qualsiasi definizione ed etichetta. Questa volontà non è un tentativo di ergersi sopra le parti, ma un desiderio di originalità e di ricercatezza. Di certo sono chiare le influenze che compongono la loro musica: dal cantautorato italiano e brasiliano degli anni sessanta e settanta, con la loro attenzione verso il sociale e l’introspezione, fino al trip-hop; nei loro suoni viaggiano graffianti dell’industrial, strizzando l’occhio alla scena alternativa italiana contemporanea che negli ultimi anni ha reinventato la tradizione. Ma questo mix variegato e intrigante non è in alcun modo un’accozzaglia sbadata di suoni, non una miscela creata a caso, no, bensì il risultato di uno studio attento e certosino. Ci vuole abilità, maestria, ma soprattutto pazienza e amore per la sperimentazione per riuscire ad amalgamare così bene tutti questi input e a dar loro un unico indirizzo da seguire.
Ne fuoriesce una musica coinvolgente, impossibile da fermare e ignorare: in Mercimek Days, la prima traccia AIKNOW ne è l’esempio lampante. Il brano è composto da una serie di suoni trip-hop, che si inseriscono su un tracciato di batteria ben definito e costante, che a sua volta fa da base per la voce di Tina, melodiosa e luminosa. I quattro brani successivi esprimono al meglio la natura live degli Hate Moss: Birdaha è un crescendo sporco e rovinoso, che sconvolge per la sua intensità. Remake The Time, parte uno e parte due, si presentano come un lungo mantra di dieci minuti che aumenta di intensità a poco a poco, in maniera costante, aprendosi una via che parte dalle orecchie e arriva dritta allo stomaco.
Mercimek Days da una parte chiude il lungo viaggio in tour degli Hate Moss, e dall’altro anticipa il loro prossimo disco, regalandoci una visione di ciò che è stato fino ad ora il loro discorso musicale e, in qualche modo, un assaggio del futuro. Un lavoro che ha una doppia valenza e un doppio sapore, che di certo ci lascia pregustare un futuro di musica di altissimo livello.