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Gomma – Sacrosanto – Il secondo debutto del gruppo casertano

I Gomma sono Ilaria, Giovanni, Matteo e Paolo e suonano dal 2016 un post-punk cupo ed emotivo, ricco di suggestioni Nineties. Nascono in provincia di Caserta ed il primo risultato del loro ingegno musicale è Toska, un prodotto delle loro vite e delle loro contaminazioni musicali, cinematografiche e letterarie.

L’esordio è stato impulsivo e incontrollato, narrante della periferia delle città e dell’anima, una genuinità che ha fatto sì che li portasse a calcare i palchi più importanti d’Italia e non, come lo Sziget Festival in Ungheria.

I Gomma hanno preparato il terreno al secondo album Sacrosanto non apparendo per lungo tempo sulla scena. Un allontanamento che ha fatto molto bene alla maturità della band, che con riflessiva assennatezza ha composto un album dalle più ampie vedute.

Considero Sacrosanto un vero e proprio “secondo” debutto, dove si comprende un’anima più smussata rispetto le precedenti linee sonore alquanto anarchiche e d’istinto.

Ilaria parrebbe aver studiato seriamente nuovi metodi per l’estensione vocale, che è tutt’altro che gracile, acuta e narrante, a questo giro il timbro è melodico e ben impostato, elemento che la valida ottima protagonista fra la scena indipendente femminile.

Concentrarsi sulla voce è limitante per i Gomma che, come un corpo, son composti da cuore, membra ed anima: la ritmica drums è un collante decisivo ed alle volte ha il ruolo traghettatore in solo negli incipit dei pezzi, come in Fantasmi. Chitarra e basso suonano un ottimo alternative rock che ricordano, di primo acchitto, i Verdena degli anni ’00..

Venendo alle tracce, aldilà dei singoli, Fantasmi e Verme, già pubblicati tempo or sono, e Tamburo, ultima track rilasciata prima della pubblicazione dell’album, nell’arco del disco si ritrovano delle narrazioni niente male, Come va Paolo, è ad esempio un’ottima cartina tornasole di un sound rinnovatosi nell’arco del tempo: dalla lineare voce-melodica, si corre all’impazzata sul finale, con schitarrate a gogò ideale in un live di pogo.

Si sale fino al Quarto piano per rivedere un panorama sentimentale e nostalgico, tra ricordi, gioie e dolori in pavimenti scivolosi dai quali rialzarsi a fatica, crepe di una casa che cade a pezzi, rifugi che non danno alcuna difesa, in pareti e scale che si arrampicano dal passato.

Seppur i Gomma ritengono di avere delle vene troppo piccole, il sangue scorre nel giusto verso, con un impegno, non trascurabile, nel sostenere campagne sociali di non dubbio rilievo. Nel release di Tamburo sui social, viene infatti specificato che tutti i ricavati dell’iniziativa verranno devoluti all’Associazione Onlus EMMEPI4EVER, impegnata contro i Disturbi del Comportamento Alimentare.

Come sempre accade, l’impegno spirituale della domenica termina con Ita missa est! “La messa è finita” che compone la giusta chiosa di un album in cui è protagonista l’introspettività d’animo a giuste dosi di dissacrazione.

Tanto di cappello a dei giovani musicisti di periferia che mirano, come giusto e guadagnato, ad un ampio riconoscimento nazionale ed oltre.




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