Nilam: un viaggio sonoro e geografico
Il 2024 è stato l’anno della consacrazione di Ganavya. Con due album pubblicati, Like the Sky I’ve Been Too Quiet e Daughter of a Temple, entrambi ben recepiti dalla critica del settore, ha messo in evidenza un sound diviso fra spiritual jazz, new age ed elementi tradizionali del sud dell’Asia, su tutti la cultura Tamil.
E proprio l’anno scorso, dopo una serie di date sold out fra Germania e Inghilterra, sorge l’esigenza di mettere su disco le canzoni proposte in quell’occasione: si chiude nella Funkhaus di Berlino e nasce Nilam, in uscita il 23 maggio 2023 per LEITER. Spronata da Felix Gramm, co-fondatore dell’etichetta e coadiuvata da Nils Frahm, i sette brani del disco proseguono là dove l’avevamo recentemente lasciata con i due dischi dell’anno scorso.
La tradizione Tamil, ancora una volta parte essenziale della sua proposta, è evidenziata sin dal titolo: “nil” significa “terra”, e in quest’ottica assume un doppio significato che può spaziare dall’immobilità, radicando le proprie radici in un determinato luogo, al movimento costante alla ricerca di un posto dove stare. Un tema molto caro alla musicista e cantante di origini indiane, reso in musica in totale coerenza con quello che sembra ormai essere il suo stile codificato e riconoscibile.
La delicatezza di Land è l’inizio di un percorso a tutti gli effetti, tanto reale quanto spirituale. Una dimensione ancor più netta in Song for Sad Times, che sembra uscita da una capsula del tempo, e soprattutto in Not a Burden, la cui interpretazione vocale di Ganavya ha un effetto catartico su un tappeto sonoro a metà fra folk sud-asiatico e new age.
I quasi dieci minuti di Nine Jeweled Prayer sono un marchio di fabbrica della poetica di Ganavya, un manifesto di intenti e di suoni capaci di far viaggiare tanto musicalmente, di genere in genere, dallo spiritual jazz alla tradizione indiana, tanto geograficamente, riuscendosi a piazzare in un punto d’incontro fra Europa, India e USA. Pasayadan sembra continuare il discorso come se fosse un sequel naturale, con quella che è probabilmente la più bella prestazione vocale del disco, mentre in chiusura Sees Fire esprime la pace tanto agognata e ricercata sin dall’inizio del disco.
Più delicato e intimo delle precedenti uscite, Nilam cadenza il suo approccio jazz in favore di un disco ancora più legato alle radici e alla cultura folk Tamil. Ganavya non cambia il suo approccio, ma mescola le carte in tavola, riuscendo ancora una volta a mettere insieme identità e contaminazione.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.