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Existenz: un compendio della produzione di Function

L’importanza nel mondo della techno di Dave Sumner, meglio noto come Function, è innegabile. A fare da curriculum non solo Incubation, uscito ormai ben sei anni fa, ma anche le esperienze nei Portion Reform e soprattutto nei Sandwell District, che con l’album Feed Forward nel 2010 definirono nuovi sviluppi per il genere.

C’era dunque una certa attesa per il suo secondo album solista, Existenz, in uscita il 6 dicembre 2019 per Tresor. Un lavoro che sin dal primo ascolto si mantiene fisso sul techno minimale, per poi incanalare una lunga serie di influenze; non inventa nulla di nuovo ma mantiene inalterata l’integrità stilistica del musicista statunitense.

Complice un’eccessiva e, forse, sconsiderata lunghezza (poco meno di due ore), l’album si rivela molto più ostico del precedente, seppur meno rivoluzionario. Notturno, a tratti crepuscolare nelle sue atmosfere, si mette in mostra la spiccata vena ambient di Function, che in più momenti si lascia andare a pulsazioni gelide come in Zahlensender o a brani a metà fra l’ambient e la techno come la traccia d’apertura, Sagittarius A.

Diciassette pezzi che alternano, inevitabilmente, momenti riusciti e non: fra i migliori sicuramente il dub di Growth Cycle e Be, entrambi con la partecipazione di Robert Owens, i beats gelidi ed oscuri di Golden Dawn con Stefanie Parnow alla voce e le evidenti influenze industrial di Vampir. Un album diviso a metà anche nella proposta musicale, che ritrova pezzi house e da clubbing solo nella seconda parte, dopo una prima interamente dedicata alle riflessioni ambient di marca robotica, come in The Approach.

Resterà sicuramente deluso chi si aspettava un album completamente diverso e nuovo, e non prenderà Existenz per quello che è: un compendio della musica di Function, con tutte le sue influenze e derivazioni.

Una raccolta delle caratteristiche dell’intera produzione del Nostro più che un prodotto innovativo, che continua a mettere in mostra le innumerevoli qualità del musicista di base a Berlino, ma che risente troppo del difetto principale dell’album: un’eccessiva durata che penalizza i momenti migliori, allungandoli fino all’estremo.




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