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Variazioni, il nuovo lavoro di musica improvvisativa del duo Fiaschi-Faraglia

Dopo la collaborazione in Smòs Octet, uscito alla fine del 2019 per la Aut Records, il duo formato dal sassofonista Cosimo Fiaschi e dal chitarrista Nicolò Francesco Faraglia sceglie la più elementare struttura del duo per sviluppare un percorso di ricerca sulla musica improvvisata e sul potere generativo dell’interazione, che non si spegne mai anche in assenza di strutture  consolidate.

In Variazioni, pubblicato nel Dicembre 2024 per l’etichetta Superpang, l’eco della tradizione, legato alla conformazione cameristica classica, viene immediatamente tradito, fin dai primi secondi in cui schiacciamo il tasto “play”, dallo spirito jazzistico dell’improvvisazione. La sonorità serialista, lungi dall’essere un punto di arrivo, è in realtà il risultato (non voluto, ma nemmeno evitato) della ricerca di uno spazio comune, che parte da un vocabolario condiviso di pochi e semplici elementi.

La coppia di giovani musicisti, dei quali possiamo fin da subito apprezzare la provenienza accademica, è unita dall’interesse per la pratica improvvisativa che, con Variazioni, raggiunge lo status di un linguaggio autonomo. Il lavoro, arricchito dall’artwork di Joe Gilmore, rappresenta la milestone di un lavoro di approfondimento che Fiaschi Faraglia hanno voluto consolidare e raccogliere in venti variazioni: miniature, alcune fugaci evoluzioni di pochissimi secondi ed altre meditazioni più lunghe e introspettive, ciascuna dotata del proprio segno caratteristico.

L’intervento di Francesco Toninelli in fase di acquisizione, della quale risulta apprezzabile la scelta di non tralasciare, grazie ad una sapiente microfonazione, le potenzialità di musica e rumore degli strumenti, e Dan Kinzelman in fase di missaggio e masterizzazione forniscono il confezionamento migliore per Variazioni. 

Il lavoro di Cosimo Fiaschi al sassofono soprano e Nicolò Francesco Faraglia alla chitarra parte volutamente dagli elementi più elementari della musica, gli intervalli, definibili nella terminologia musicale come «la distanza tra due o più suoni», per approfondirne le relazioni e le possibili permutazioni. Ne riesce una speculazione sulle strutture più semplici della musica, di cui vengono esplorate le potenzialità su un doppio livello: individuale e dialogico. 

In variazioni quali la I e la VI, il sassofono di Fiaschi si dimena, come intrappolato, nel reticolo di note della chitarra di Faraglia.In altri punticome nella variazione II, i due artisti esplorano la reciproca reattività al suono, ricercando l’esatto momento che separa il suono dal silenzio; delle note, appena accennate, si sente quasi solo il profumo. Altre variazioni, quali la III, la VII e la XII, risultano più evocative: Fiaschi e Faragliasi prendono qui tutto il tempo necessario per pennellare paesaggi sfumati, solo suggeriti. Tocca (anche) a noi supporre, immaginare e quindi creare.

Se per molti tratti l’impressione è quella di una musica orizzontale, che si dispiega nel tempo, in altri punti apprezziamo una dimensione più verticale, in cui l’interesse degli artisti passa dal discorso alla riflessione. Nelle variazioni IX e XVIII vediamo approfonditi gli aspetti della dinamica: Fiaschi e Faraglia provano qui a riempire l’intero spettro sonoro, con un impeto unico di forza ed energia.

Altro elemento di interesse è l’esplorazione timbrica del sassofono soprano da parte di Fiaschi, che caratterizza trasversalmente tutta l’opera, attraverso la ricerca del rapporto tra il suono e il rumore. Armonici (VII), distorsioni (XVIII) ed effetti acustici (VII)  contribuiscono ad arricchire il potere espressivo dello strumento. La stessa esplorazione sugli intervalli viene invece approfondita dalla chitarra di Nicolò Francesco Faraglia anche in senso armonico (si vedano a tal proposito le variazioni III e XX), attraverso accordi caratterizzati da strutture intervallari prescelte e non necessariamente rispondenti ai canoni dell’armonia tonale, neppure quella più evoluta di matrice jazzistica. 

Variazioni di Cosimo Fiaschi e Nicolò Francesco Faraglia è la sublimazione di un lavoro di ricerca che traccia un percorso tutto da scoprire, orientato dall’estemporaneità dell’improvvisazione e quindi, per definizione, continuamente generativo. La musica è materia calda, plasmabile, dinamica e in continua trasformazione; l’effetto è che, quand’anche si esaurisce una traccia, si ha la sensazione che qualcosa continui, come se ciò che abbiamo appena ascoltato suggerisca un prosieguo. In questo senso, i due giovani artisti italiani hanno saputo non solo lasciare una traccia, ma anche lasciare spazio ad altre Variazioni, esaurendo così il potere più intrinsecamente creativo della musica.



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