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Fatua, l’arte come potente veicolo di relazione, scoperta e innovazione

Nel cuore pulsante di Porta Capuana, Radura ha dato vita a un nuovo affascinante appuntamento ospitato dalla Fondazione Made in Cloister, Fatua è un evento in cui l’arte si trasforma in un dialogo vivo e coinvolgente tra opere e spettatori.

Nel suggestivo chiostro cinquecentesco di Santa Caterina a Formiello, si è creato uno spazio di ascolto e relazione, dove le «Altari cibernetici» dell’artista cilena Patricia Domínguez si sono incontrati con le vibrazioni sonore contemporanee di Jules Reidy, 42 Cent Hotline e marculedu & Sara Vanderwert.

Questa serata ha offerto un’esperienza multisensoriale, in cui l’arte visiva e sonora si sono fuse in un’atmosfera unica, invitando il pubblico a riflettere su un possibile rapporto simbiotico – un equilibrio fragile e affascinante tra tecnologia e vita, al confine tra attualità e provocazione.

Un evento che ha sottolineato come l’arte possa essere un potente veicolo di relazione, scoperta e innovazione, creando un dialogo intenso tra creazioni, spazio e pubblico.

La prima performance della serata ha visto protagonisti Marculedu e Sara Vanderwert, che hanno regalato ai presenti un’immersione in suoni mutanti e avvolgenti.

Davanti a un pubblico attento e silenzioso – un fenomeno ormai raro di questi tempi – le voci dei due artisti si sono fuse e alternate in un intenso dialogo sonoro, articolato in otto brani che spaziano dal repertorio di entrambi. Sin dal primo pezzo, Esplode, tratto dal nuovo album di Marculedu, Domina, si è percepita chiaramente la direzione intrapresa: un set che si distingue per un dialogo sonoro profondo, fatto di improvvisazioni e frammenti sonori plasmati e decostruiti con forte emozionalità.

La potente e controllata voce di Sara Vanderwert si libra su tessiture astratte, mentre la parte ritmica è affidata letteralmente “nelle mani” di Marculedu, creando un connubio tra elettronica, pop e soul. Richiami a Bjork, Meg e Arca emergono con forza, decretando un’esperienza sonora unica, intensa e coinvolgente.

Durante il live di 42 Cent Hotline, progetto di Francesco Cammarata, compositore e artista multimediale siciliano attivo a Roma, si è vissuto un viaggio sonoro di quaranta minuti alla scoperta del paesaggio mediterraneo.

Il suo set, all’insegna dell’intensità e della complessità, si è sviluppato in un continuo processo di evoluzione: ogni frammento sonoro veniva disintegrato e ricostruito, creando un flusso magmatico di suoni in perpetuo mutamento. Tra brani tratti dal suo ultimo lavoro, “Decomposizione: Riforma”, si sono intrecciati field recording, vaporwave e ritmiche sospese tra tradizione popolare e culture club, dando vita a un live intenso, fatto di pause e impulsi frenetici. È stato un caleidoscopio di suoni che ha permesso di esplorare il paesaggio mediterraneo attraverso un prisma di tensione e quiete, di movimenti tellurici e vibrazioni sottili, una trama sonora in cui la materia si trasforma, un terreno instabile in cui ogni frattura apre a nuove possibilità di scoperta.

Con la musica di Jules Reidy si è conclusa la serata di Radura, durante la quale l’artista ha presentato i brani del suo ultimo album, Ghost/Spirit. La sua performance ha saputo combinare armonie frattali, voci eteree e microtoni scintillanti, rielaborando campioni e field recording in nuove e suggestive forme sonore che sembrano fluttuare nello spazio. La chitarra, infatti, rappresenta solo un punto di partenza: Reidy la utilizza in tandem con effetti elettronici per creare arazzi astratti, evocativi ed evanescente, capaci di immergere l’ascoltatore in un’atmosfera sospesa.

In apertura, il brano Every Day There’s a Sunset si distingue per il canto di Reidy, la cui voce, accompagnata dall’auto-tune, crea una lucentezza quasi angelica, mentre il tono della chitarra risuona e ronza leggermente, diffondendo un’atmosfera incantata e rassicurante.

Durante l’esibizione, gli interludi di chitarra creano un’atmosfera surreale e malinconica, preparando il pubblico all’esecuzione dei brani attraverso un percorso di improvvisazione, sperimentazione e visione futuristica dello strumento.

Il live si è concluso sulle note di Search Light, con Reidy che ha cantato: “Search light in the dark / fixed gaze on its path / trick fate and light the way / back to you”. Attraverso arrangiamenti coinvolgenti e un mix di suoni accattivanti, Reidy ha saputo creare un’esperienza sia edificante sia profondamente introspettiva.


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